Nuoro 12 ottobre 1986

 

Cara Rosalba,

ti ringrazio del volume dei tuoi versi di cui, tramite tuo padre, hai voluto farci dono , e che io e mia sorella abbiamo letto con interesse ed emozione.

Le parole di Pablo Neruda che hai premesso alle tue poesie e quelle di Garcia Lorca che le chiudono, mi sembrano illuminanti per comprendere quale sia il tuo concetto di poesia, che coerentemente cali nel concreto, di volta in volta traducendo felicemente in versi esperienze, incontri, stati d’animo, sentimenti nei quali il lettore ritrova un riflesso del suo io più interiore.

Mi piace quel tuo trascorrere dall’impaziente gioioso scalpitare della curiosità e dell’entusiasmo, propri della giovinezza e di una natura ricca ed appassionata, alla più intima raccolta gioia di una unione felice ; dalla intensa quasi dolorosa aspirazione al bello, al buono, all’onesto, alla pace universale, al disgusto - che è insieme denuncia - di atteggiamenti deteriori quali l’invidia, l’indifferenza, l’apatia; dal rimpianto cocente per una madre troppo presto perduta - di cui pure è sempre avvertita la consolante presenza - all’incondizionata ammirazione per il padre che in sé assomma l’amore e la sicurezza parentali.

Brava fiza ’e babbu, dunque, che in lingue diverse, ugualmente importanti e significative, efficacemente cantate la gioia e il dolore dell’uomo.

Anche a nome di mia sorella ti saluto affettuosamente, formulando auguri di salute, serenità, di sempre ricca e fervida creatività.

 

Elena Melis