Canti dell’Ortobene, omaggio a Franzischinu

Terza edizione della rassegna organizzata dal coro diretto da Alessandro Catte.

 

 

 

Nuoro. Ritorna l’appuntamento con i “Canti dell’Ortobene”. Giunto alla sua terza rassegna, dopo la prima edizione dedicata alla storia della coralità di scuola nuorese e la seconda dedicata invece all’incontro con i Cordaioli.

Il prossimo 26 febbraio, infatti, arriva la terza edizione dell’evento (voluto e organizzato dal Coro Ortobene), sempre al cinema Eliseo di via Roma. Stavolta la serata prenderà il titolo “Franceschino Satta: storie e rime di una vita”, omaggio al poeta nuorese nel decennale della sua scomparsa; una commemorazione doverosa tenuto conto che il Coro Ortobene ha ben nove brani in repertorio musicati dal suo direttore Alessandro Catte su altrettanti testi di Franzischinu.

Insieme al Coro Ortobene, formazione organizzatrice , saliranno sul palco il coro femminile Ilune di Dorgali, diretto dallo stesso Catte, l’attore Giovanni Carroni ,il poeta Giovanni Piga , il giornalista e scrittore Paolo Pillonca e il cantautore Piero Marras.

Come ormai tradizione, lo spettacolo incentrato sul Satta , si svilupperà sul palco secondo un preciso copione, all’interno del quale i vari artisti si alterneranno tra poesie , aneddoti, racconti e ovviamente canzoni .

Sul finire della serata avverrà la consegna del Premio Ortobene, destinato ad un personaggio che si è distinto o che ha contribuito in qualsiasi modo allo sviluppo, alla divulgazione e alla crescita della coralità .

(Da “La Nuova Sardegna” del 15 febbraio 2011)

 

 


 

Sarà dedicata al vate la rassegna “Canti dell’Ortobene”

Omaggio a Franzischinu

Serata di musica all’Eliseo per il poeta Satta

di

Gianluca Corsi

Nuoro. Era il poeta della solidarietà umana e dell’amicizia, ma anche il cantore della natura come creazione divina e degli affetti familiari. E Nuoro non l’ha mai dimenticato. Nel decimo anniversario della morte, l’associazione culturale gruppo folk Ortobene ha deciso di dedicare la terza edizione della rassegna “Canti dell’Ortobene” a “Franzischinu Satta : storie e rime di una vita”.

Domani sera a partire dalle 20,30, il cineteatro Eliseo ospiterà artisti e amici di tziu Frantzischinu. Un omaggio doveroso da parte del coro nuorese che, come ha ricordato ieri mattina il suo presidente Pietro Pala nella conferenza stampa di presentazione, vanta nel proprio repertorio ben dieci componimenti scritti da Satta. Nella serata di domani, per la quale i biglietti sono già praticamente esauriti, si esibiranno , oltre il Coro Ortobene, il Coro femminile Ilune di Dorgali, il cantautore Piero Marras, il poeta Giovanni Piga, il giornalista Paolo Pillonca e l’attore regista Giovanni Carroni. Durante lo spettacolo sarà anche proclamato il vincitore del premio Ortobene, il cui nome è ancora topo secret.

Tra i primi artisti ad aver intuito la straordinaria forza della poesia di Franceschino Satta ci sono senz’altro Giovanni Carroni, che aveva portato in scena i “Cantos de amistade” in tempi non sospetti, e Alessandro Catte, autore di una straordinaria versione di “Ispadas de sole”, tra le più toccanti liriche scritte in lingua nuorese. “Rispetto alle edizioni precedenti – ha spiegato Catte – la tematica scelta quest’anno si presta molto meglio ad una diversificazione di generi artistici”.

Sul palco anche Piero Marras, che ha contribuito a far conoscere enormemente Satta con la sua splendida “Bae luna”.

L’assessore alla cultura, Leonardo Moro, ha sottolineato il sostegno convinto dell’amministrazione comunale a una manifestazione che intende onorare uno dei suoi figli più amati, valorizzando nel contempo il canto polivocale maschile di tradizione nuorese. “E’ imminente – ha annunciato Moro – il riconoscimento da parte della giunta degli otto cori cittadini come “gruppi di interesse locale”, nell’ambito delle celebrazioni per i 150 anni dell’unità d’Italia”. Tra gli sponsor istituzionali, oltre al Comune , vi sono anche Regione, Provincia , Camera di Commercio e Sistema turistico locale.

“Eventi come questo – ha detto Mario Angioi, presidente del Stl- promuovono il territorio e contribuiscono alla trasmissione della nostra cultura nel mondo”. Proprio come le corrispondenze poetiche di Franzischinu Satta, quelle che , come ha auspicato Giovanni Carroni, fanno “uscire questa città dalle sue solitudini”.

(Da “La Nuova Sardegna del 25 febbraio 2011)

 

 

Omaggio al poeta Satta

 

Un omaggio al poeta nuorese Franzischinu Satta nel decennale della sua scomparsa. Sarà questo il tema della terza rassegna corale Canti dell’Ortobene, organizzata dall’omonima associazione culturale e che andrà in scena domani sera al teatro Eliseo, dove verrà anche consegnato il Premio Ortobene 2011, riservato a un personaggio che ha contribuito al progredire del canto corale nuorese.

Una manifestazione incentrata sulle opere di Satta, a cui parteciperanno il coro Ortobene, il Coro femminile di Dorgali Ilune, Piero Marras, il giornalista Paolo Pillonca, il regista nuorese Giovanni Carroni e Giovanni Piga.

“Un omaggio doveroso” – ha detto ieri Pietro Pala, presidente dell’associazione folk Ortobene durante la presentazione dell’iniziativa.

“Non sarà la solita rassegna di Cori”, ha promesso invece il direttore del Coro Ortobene Alessandro Catte, che di Satta ha musicato tantissime prose “perché Satta con la forza della sua poesia ci ha imposto un’apertura”.

Per il presidente dell’Stl Mario Angioi, la rassegna “coniuga cultura e tradizioni”, mentre per l’assessore comunale alla Cultura Leonardo Moro “serve per la tutela del patrimonio culturale della nostra identità”. (f.le)

(Da L’Unione sarda del 25 febbraio 2011)

 


 

 

 

La voce registrata di tziu Frantzischinu Satta che recita i versi della sua Ispadas de sole sfugge al tempo e alla penombra del teatro Eliseo e , come per incanto , pervade con un brivido travolgente il pubblico in sala. Riproponendo quella magia della lingua sarda , tanto potente nella sua semplicità, come solo tziu Frantzischinu sapeva usare.
Rime capaci di riaccendere un senso di appartenenza della nuoresità e far uscire un’intera città dalle proprie solitudini . Un brivido che da quel momento non si è più fermato , invadendo il pubblico che ha assistito , travolto da una cascata di emozioni, ai versi delle poesie cantate dal Coro Ortobene (Focos de brama) , Piero Marras (Bae luna) o recitate da Giovanni Carroni .
Un brivido che non si è fermato nemmeno quando sabato , sul palco dell’Eliseo , è calato il sipario sulla terza rassegna corale “Canto dall’Ortobene” , “Frantzischinu Satta : storie e rime di una vita” , dedicata dall’associazione culturale al poeta nuorese nel decennale della scomparsa .
Una iniziativa che , come aveva promesso alla vigilia il direttore del Coro Ortobene, Alessandro Catte , “non è stata la solita rassegna di cori”. E’ stato invece un emozionante omaggio ad un artista che la sua città , dopo aver ricevuto tanto , aveva il dovere di donargli.
Grande la soddisfazione del presidente dell’associazione culturale gruppo folk Ortobene, Pietro Pala.
“Non so se sia stata la migliore rassegna Canto dall’Ortobene ma , per certo , questa terza edizione è stata la più emozionante ; lo capivi guardando la soddisfazione della gente all’uscita dal teatro. Per noi è stata una grande emozione”.


Fabio Ledda
(Da L’unione sarda 4 marzo 2011)

 

La manifestazione dedicata a Frantzischinu Satta:

una serata per riannodare i fili della memoria.

 

Se la poesia rinsalda i legami

Emozionante chiusura della rassegna Canti dell’Ortobene

di

Gianluca Corsi


 

Nuoro. Non appena la voce inconfondibile di Frantzischinu Satta ha cominciato a declamare i versi “Ispadas de sole”, un brivido incontrollabile ha percorso gli spalti del cineteatro Eliseo. E’ bastato che il coro Ortobene riproponesse la voce registrata del poeta.

E’ accaduto sabato scorso, con il coro diretto da Alessandro Catte. Forse è il miracolo della poesia che, come auspicato dall’attore e regista Giovanni Carroni – uno dei protagonisti della terza rassegna “Canti dell’ Ortobene”, intitolata “Frantzischinu Satta: storie e rime di una vita” – ha il potere salvifico di far uscire una città dalle proprie solitudini. O forse è la potenza della lingua nuorese, così musicale e immaginifica, da risvegliare nel pubblico un senso di appartenenza mai del tutto sopito. Perché il legame si è subito rinsaldato . Ma è più probabile che il miracolo l’abbia compiuto tziu Frantzischinu : uno che l’animo della città lo conosceva bene, e forse proprio per questo era capace di trasformare in nuorese messaggi di portata universale.

Lo si è visto quando Giovanni Carroni ha acceso il lume verde sullo scrittoio- scenografia essenziale ma evocativa – e ha recitato “Prados de lentore”, con la sua chiusa piena di gioiosa speranza.

O quando , subito dopo , l’attore nuorese prima e il coro Ortobene poi, hanno riproposto “Focos de brama”. E’ toccato , invece , a Jubanne Piga, altro poeta contemporaneo di raffinata sensibilità , dedicare un ricordo affettuoso e struggente dell’amico scomparso dieci anni fa . Piga ha scelto una lettera scritta al presente, nella convinzione che Frantzischinu Satta viva costantemente nei cuori di chi lo ha conosciuto, magari solo attraverso le sue poesie immortali .

E il pubblico accorso all’Eliseo, quello delle grandi occasioni , sembra avergli dato ragione . Applaudendo a scena aperta Piero Marras, altro figlio prediletto di questa città, che ha regalato interpretazioni intense dei suoi cavalli di battaglia, come “Ardia”, “Sa oche ’e Maria” (quasi un inno con l’accompagnamento superbo del coro Ortobene) e “Mere manna”. Fino a Bae luna, una delle “Cantones de pache e d’amore” di Satta, che il cantautore nuorese aveva inserito nel cd Tumbu, contribuendo a renderlo famoso oltre la cerchia degli estimatori di poesia in lingua sarda.

Ma il pubblico ha anche riso di cuore mentre Carroni ricordava l’episodio della prima sigaretta di tziu Frantzischinu, all’età di dieci anni , quando “sa pizzinnia” era ancora “su frore galanu ’e sa bida”.

E si è emozionato non poco rivivendo i bozzetti di vita nuorese, tratteggiati magistralmente nei sonetti “S’iscola”, “Su zurrette” e “S’iscopile ’e ziu Loru”. O il calore degli affetti familiari che traspare dalla lirica “In brazzos de mama”, cantata dalle voci cristalline del coro Ilune di Dorgali.

E se, come ha ricordato il giornalista Paolo Pillonca , citando un altro giornalista, Sergio Zavoli , “Frantzischinu Satta era un socialista di Dio , portatore di un socialismo evangelico , rispettoso della parola del Signore”, allora non è stato un caso. Allora il miracolo del poeta che rinsalda i legami umani di una comunità, può davvero ripetersi.

(Da “La Nuova Sardegna” del 1 marzo 2011)


 

E nel cuore “il grande vecchio”

 

Nuoro. Nella serata che lo ricordava come uno dei suoi poeti più amati, Nuoro non poteva che dedicare il premio Ortobene 2011 alla memoria di Frantzischinu Satta. Il riconoscimento viene attribuito ogni anno ad una personalità diversa che abbia contribuito alla diffusione e all’evoluzione della coralità polivocale di tradizione nuorese .
A ritirare il premio- una ceramica realizzata dall’artista Pietro Costa di Nuoro – sono stati gli emozionatissimi figli di tziu Frantzischinu : Gavino, Sandro e Rosalba, anche lei delicata poetessa.
(omissis)


(Da “La Nuova Sardegna” 1 marzo 2011)

 

 

 

L'intervento di Giovanni Piga

 

 

Salude Frantzischì. T’apo iscritu custa lìtera pro ti poder negossiare, custu sero, che cando esseres presente. Pro ammentare inoche su chi totu as fatu pro sa poesia e chin sa poesia sa limba sardas, in sa bida tua de poete; totu sos prèmios chi as bintu; su bisonzu tuo illacanau de iscriver e sichire a imbiare a sos cuncursos, mancari, in Sardinna, aias bintu totu su chi bi fit de bìnchere. A ti nd’ammentas de sa die chi t’aìo pediu proite punnabas galu a partezipare a sos prèmios, che cando esseret sa prima borta? Pro campare carchi die in prus… ca mi torran a pitzinnu”, m’aias rispostu, chin d-unu risitu de amistade, ammesturu de ironia, comente tue costumabas a facher. Cantos prèmios amus bintu impare! Fimus a bìnchidas de pare, sos nugoresos, pro issire semper a dainnantis de sos àteros. Moghiabamus, cuntentos che pitzinnos in cherta de nidos, a incunzare prèmios de poesia, in totu sas biddas de Sardinna.

Cando artziabas a legher sa poesia, ti s’aperiat su coro. E torrabas abberu a pitzinnu. S’afetu de sa zente ti carinnabat s’ànima, ti dabat punnas a sichire, andare a innantis, cara a chelu, imbentande versos e màzines poèticas semper prus galanas e de sustàntzia. Bi credias abberu in sas òperas tuas. A su grabbu chi calicunu, cumprendende a s’imbesse s’amore tuo pro s’arte, nabat chi fis azicu presumiu. Fortzis fit beru chi fis azicu nartzisu, comente de su restu lu semus totus, cadaunu in sa faina sua. Ma cal’est su poete, s’artista o su politicu chi no s’intendet unu passu a dainnantis de sos àteros? Est in sa natura de s’òmine. E tue, mastru de iscola e de bida, de custu ti segherabas e ti intendias bragheri. Su chi naban de tene, in brullas o abberu, lu bortabas a sos àteros. Cantas bortas, in sos addòbios de limba sarda e de poesia, chin sa bena tua de ironia sana, ti la ridias a gùrpinu bufonàndeti de carchi poete o intelletuale chi, in su negòssiu, punnabat de bolare chentz’alas in àgheras non suas. A ti nd’ammentas? Cando cumbinabat de esseremus impare, mi tambabas chin su cubidale e a s’iscùsiu mi nabas: “Intendende lu ses cussu muconosu? Non si sègherat de su chest nande”.

Tue bolabas in artu, chin alas de poesia bera, in sas àgheras ìnnidas de s’arte, a cabaddu de sa limba nadia, chin sa bèrtula prena ‘e rimas de pache e amistade, pro las semenare chin contipizu, che massaju in atonzu, in sas cussèntzias pissichias dae su bisonzu e dae su malufàchere. Cussu fis tue, Frantzischinu Satta, Poete mannu pilicanu chin s’ànima de pitzinnu, chi mai si rendiat a s’imberta de su tempus reberde. E ti nche ses andau, a passu lèpiu, a labras iscanzadas, carinnau dae s’afetu de fizos e nepodes, bragheris de t’aer àpiu pro babbu e pro jaju. Ti nche ses mòghiu, che respiru ‘e frina, a istripitos de sole, che-i sos versos chi tue a lucores de ànima intessias e intregabas a su mundu pro amparu de sos zòvanos. No isco si de cussu biazu fis cuntentu, ca fis intrande, pro deritu, chin sas òperas tuas, in su regnu arcanu de s’immortalidade, o si fis tristu ca fis dassande in custu mundu sas frogas tuas chi galu aian bisonzu de sa sapidoria e sos lucores tuos de òmine, de babbu, de jaju e de Poete.

Ma s’ànima tua non ses mòghia dae inoche. Respirat in cada grina de sole, in cada mòghia de frina chi si pesat in sos padentes de s’Ortobene. Ube tue fis abesu a imbentare e cumponner versos de lucura e de sustàntzia poetica e sotziale, chi non che sunu rutos però ”In sas percas fungudas de s’irmènticu”. In cada cumbèniu, ube si negossiat de limba sarda bi ses tue tessende bantos a sa limba nostra, ca – nabas semper – chin resone - “Est sa limba prus galana de su mundu”. No, tue non ses mortu, Frantzischì. Sa morte binchet s’òmine non su Poete. As tancau sos ocros, chin su risitu in labras, saludande su mundu chin afetu e amistade, comente petzi a un Artista mannu l’est cuntzèdia cussa gràssia. Ma ses semper inoche. Dego ti bio, in sos seros d’istiu, in sa cortita de sa dommo tua de su Monte Ortobene, sètiu in su friscu, meledande, serenu, su chi bies a fùrriu pro lu bortare, a pustis, in màzines de lucura poetica. Màzines chi si pesan a bolu, chin alas de poesia universale, ocros a su pessamentu ‘e Deus. A ube tue, a coro ispartu, punnabas de nch’arribbares una die. E nche ses arribbau. E oje ses in bolu, chin sa poesia, in sas àgheras de s’istòria, semenande in sos prados de mundu, “Cantos de amistade”, pro dare cufortu a su “Prantu cubau” de sa zente in anneu, e intregare isperas de luche, gherradas chin “Ispadas de sole”, a chie est caminande in sas àndalas iscuras de su patire e su malufàchere. No, Frantzischì, tue non ses mortu. Su poete non morit. S’irfachet su corpus, ma s’ànima abbarrat ìnnida pro semper, che beranu bardau. E cantat in s’alenu de su sole, in su respiru de su bentu, in su mùrmuru ‘e sos ribos chi ghetan, serenos, in sas costeras de s’esistèntzia, trazande fitianu isperas e peleas. Tue ses inoche, custu sero, chin sas òperas tuas, negossiande de mùsica, de cantu, de poesia e de limba chin s’afetu de sèmpere, mimulande a cossolu, “Chin sos tratos galanos d’unu criu” sas notas de “Unu ballu pilicanu”.

Poete de chelos artos, “Chin totu sos segretos de su coro”, as cantau s’amore e su perdonu, su prantu e su risu, s’afetu e sos sudores: “Sos lucores galanos de sa bida” in d-unu cànticu ‘e pache e dinnidade, chi as dassau in doda a sos zòvanos de oje, pro chi potan issos puru gherrare, “Chin ispadas de sole”, e intèssere de tzertesas, de trabballu e libertade su benente issoro. Su benente de su mundu. Commo Ti saludo, chin d-un’abbratzu de coro, chin sos versos de custa poesia chi t’apo intregau a sa mimòria… isperande chi l’aggradescas…


Che mùrmuru nobàdile ‘e beranu

A sa mimòria de su Poete Frantzischinu Satta


 

Dia cherrer imbérgher sa timòria

chi mi curret in benas de su coro

pro ti poder cantare, a notas d’oro,

sos contipizos ch’apo in sa mimòria.


 

Su ch’intendo intro s’anima pro tene

sun sentimentos sàpidos d’istima

chi brotan fitianu ìnnida rima

allatad’in sa coda ‘e s’Ortobene.


 

Cantos sònnios, inibe, e cantos pessos

as intritziu in bolos de chimeras

acupintande ‘e pache sas panderas

de dies nobas pro tempos revessos.


 

Che mùrmuru nobàdile ‘e beranu,

cando sa note dat sa dispedia,

sa boche tua crara, inteneria,

cantat serena in buca ‘e su manzanu


 

versos chi tue as chintu ‘e beridade,

pintàndelos de arte meritòria,

ch’an a lucher in chelos de s’istòria

che isteddos de “Cantos d’Amistade”. (1)


 

Bentos de fadas si pesan bragheris,

in predarjos e bratos de padentes

ninniande su frore, intro sas mentes,

de sas paches ch’as sudorau eris.


 

As semenau granos d’onestade,

de tempos nobos pro sa zoventude

ch’in coro ti luchiat, che birtude,

pro li dare unu mundu ‘e libertade.


 

Commo ti pesso, sàpiu, in Artas Chimas,

Poete mannu, babbu ‘e sanos lizos,

allughende in su coro ‘e sos fastizos

randas d’isperas chin donosas rimas.


 

Su cantu tuo est luche in note frita,

unu lampizu arcanu in su profundu

iscuricore carcu ‘e custu mundu

in isetu ‘e ispera beneita.


 

Oje chintu ‘e laru nche ses bénniu

a nos porrire ‘e Deus sos carinnos

pro los dassare in doda a sos pitzinnos

chi de oro lu bestan su Millénniu.
 

1) Cantos d’amistade: tìtulu de una regorta de F. Satta 2002

 

 

 

MEMORABILE SERATA ALL’ELISEO DI NUORO PER LA TERZA EDIZIONE DEI CANTI DELL’ORTOBENE

EMOZIONI DELL’ANIMA NEL RICORDO DI

FRANTZISCHINU SATTA

 

MUSICA E VERSI PER FAR RIVIVERE IL POETA NEL DECIMO ANNIVERSARIO DELLA MORTE

DI

GIANLUCA CORSI

Nessuno può far tacere la voce di un poeta. Perché la voce di un poeta presuppone sempre un ritorno all'essenza di quel pensiero fragile e leggero, capace però di provocare fulminanti riflessioni, analisi, critica sociale e politica. Ed è per questo che la voce registrata di Frantzischinu Satta mentre legge i versi struggenti di "Ispadas de sole", è stata davvero l'apoteosi della memorabile serata che Nuoro gli ha voluto tributare nel decimo anniversario della morte. Una voce rassicurante, portatrice di un'esperienza e di un vissuto straordinari, come solo le voci degli antichi cantori sanno essere. Ma anche una voce che sprigiona tutta la sua "nuoresitudine", con quell'inflessione così schietta e marcata, e la dolcezza delle immagini vivide che traspaiono nella lingua materna. E che Frantzischinu Satta sia intimamente legato all'anima della sua città lo ha dimostrato il calore del pubblico che, sabato 26 febbraio, ha preso d'assalto le poltroncine del cineteatro Eliseo. È stato come se il poeta fosse riuscito nell'ardua impresa di unificare una comunità in crisi d'identità. Per una sera i cuori dei nuoresi presenti battevano all'unisono, gli animi erano in sintonia tra loro. Tutti lì: accomunati dalla magia di appartenere a questo sperduto angolo di mondo, con tutti i suoi problemi, le sue ansie, ma anche le sue passioni violente e i suoi slanci di infinita generosità. La serata dal titolo "Frantzischinu Satta: Storie e rime di una vita", terza edizione della rassegna "Canti dall'Ortobene", è stata un colloquiare continuo tra il poeta e la sua comunità. A partire dall'omaggio del coro Ortobene, diretto da Alessandro Catte, che ha nel suo repertorio una decina di componimenti scritti dal poeta di Nuoro. A cominciare dalla meravigliosa "Ispadas de sole", che segna un po' la svolta nella poesia in lingua nuorese. «La poesia di tziu Frantzischinu _ ha spiegato lo stesso Catte nei suoi "appunti personali" _ fa quasi da spartiacque rispetto a tutto quello che è stato scritto e pubblicato prima. Si tratta di una lirica intimistica, intrisa di disperazione e cristianità, che va al di là dei pur significativi bozzetti di vita quotidiana cittadina, quali "Mariedda" (A s'abba), "Sa crapola" o "Bobore Ficumurisca"». E che la produzione poetica di Satta sia anche vocata all'impegno sociale lo testimoniano le composizioni "Libertade" e "Non cherimus limusinas". D'altra parte anche il giornalista e studioso Paolo Pillonca, citando Sergio Zavoli, ha rimarcato quanto Frantzischinu Satta fosse «un socialista di Dio, portatore di quel socialismo evangelico che è rispettoso della parola del Signore». Ma il colloquio col poeta ha raggiunto momenti di straordinaria intimità con gli interventi dell'attore e regista nuorese Giovanni Carroni, fondatore della compagnia teatrale "Bocheteatro". È bastato che accendesse la lampada dalla luce verde sopra un evocativo scrittoio e interpretasse i versi immortali di "Unu granu 'e rena" e "Prados de lentore", che si chiude con la visione di un futuro radioso. E il pubblico ha sentito il suo poeta rivivere nell'episodio della prima sigaretta, all'età di dieci anni, in uno spassoso racconto intriso di anima nuorese. Ma anche nei deliziosi sonetti "S'iscola", "Su zurrette" e "S'iscopile 'e ziu Loru", frammenti di una Nuoro che, forse, non tornerà mai più. O nelle poesie legate agli affetti familiari e al calore del focolare domestico, come "In bratzos de mama", interpretata dal coro femminile "Ilune" di Dorgali.

Lo stesso Piero Marras, che nel capoluogo barbaricino ci è nato, ha dato il suo contributo appassionato alla serata, con l'esecuzione di successi intramontabili ("Ardia", "Sa oghe 'e Maria", "Mere manna") e la riproposizione di "Bae luna", "cantone de pache e de amore" di Satta, che il cantautore ha inciso nel cd "Tumbu". E grande commozione ha suscitato la lettera che Jubanne Piga, poeta in lingua sarda e fraterno amico di tziu Frantzischinu, ha dedicato al compagno di tanti premi letterari conquistati con orgoglio in tutta la Sardegna. Una lettera rivolta ad un destinatario che sembrava essere presente accanto a lui e all'intero pubblico rapito. "Tue Frantzischi’… bolabas in artu, chin alas de poesia bera, in sas àgheras ìnnidas de s’arte, a cabaddu de sa limba nadia, chin sa bèrtula prena ‘e rimas de pache e amistade, pro las semenare chin contipizu, che massaju in atonzu, in sas cussèntzias pissichias dae su bisonzu e dae su malufàchere. Cussu fis tue, Frantzischinu Satta, Poete mannu pilicanu chin s’ànima de pitzinnu, chi mai si rendiat a s’imberta de su tempus reberde. E ti nche ses andau, a passu lèpiu, a labras iscanzadas, carinnau dae s’afetu de fizos e nepodes, bragheris de t’aer àpiu pro babbu e pro jaju. Ti nche ses mòghiu, che respiru ‘e frina, a istripitos de sole, che-i sos versos chi tue a lucores de ànima intessias e intregabas a su mundu pro amparu de sos zòvanos. No isco si de cussu biazu fis cuntentu, ca fis intrande, pro deritu, chin sas òperas tuas, in su regnu arcanu de s’immortalidade, o si fis tristu ca fis dassande in custu mundu sas frogas tuas chi galu aian bisonzu de sa sapidoria e sos lucores tuos de òmine, de babbu, de jaju e de Poete. Ma s’ànima tua non ses mòghia dae inoche. Respirat in cada grina de sole, in cada mòghia de frina chi si pesat in sos padentes de s’Ortobene…". E infatti l'anima del poeta vive costantemente nei cuori di chi lo ha conosciuto; innanzitutto in quelli dei figli Gavino, Sandro, fino all'adorata Rosalba, che erano presenti in sala e hanno ritirato il meritatissimo premio Ortobene 2011 alla memoria; ma anche nei cuori di tutti coloro che lo hanno conosciuto leggendo le sue poesie immortali. Perché l'acuto e limpido poeta, quello che palpita e vibra non appena un giovane nuorese degli anni Duemila comincia a canticchiare "Unu ballu pilicanu", non potrà mai far tacere la sua voce. È già nell'eternità.

(Da "Sonos e Contos" marzo 2011)

 

Musica in Sardegna

Il Coro Ortobene

di

Susanna Musanti

 

Tre edizioni di Canti dall’ Ortobene organizzate dall’ Associazione culturale Gruppo folk Ortobene di Nuoro, tre appuntamenti differenti anno dopo anno, con la direzione artistica del Maestro Alessandro Catte, ma con un unico denominatore : la valorizzazione dell’espressione musicale tipica della città : la coralità di ispirazione popolare.

"Canti dall’ Ortobene è una rassegna tematica a cadenza annuale , nata con l’intento di creare a Nuoro un appuntamento importante per gli addetti ai lavori e per tutti gli appassionati di canto corale di ispirazione popolare – spiega lo stesso Alessandro Catte . Nuoro detiene storicamente la leadership in questo campo corale, sia perché questo modo di cantare nasce qui, sia perché i suoi otto cori sono un patrimonio culturale da salvaguardare e soprattutto incentivare.".

Un appuntamento fisso nel mese di Febbraio, che dal 2009 accompagna la città di Nuoro, con il cineteatro Eliseo che si circonda di pubblico proveniente da tutta la Sardegna e non solo .

Edizione 2009. Storia della coralità di ispirazione popolare di scuola nuorese.

La prima edizione è stata la riunione degli otto cori rappresentativi della coralità nuorese : Coro Ortobene, Coro di Nuoro , Coro Barbagia , Coro degli Amici del folklore, Coro Nugoro amada , coordinati dalle letture delle voci narranti di Gavino Poddighe e Salvatore Piredda.

Il copione, scritto da Alessandtro Catte , riprendeva la storia della coralità nuorese dal 1950 ad oggi e i cori eseguivano i brani, in base all’anno di composizione, con le immagini della città di Nuoro che facevano da corollario alle varie esibizioni. Particolarmente suggestiva la cornice regalata a fine serata con tutti i cori riuniti sul palco, mentre l’attore e regista nuorese Gavino Poddighe ricordava i nomi di chi ha fatto parte della storia dei cori nuoresi, concludendo la serata in un applauso senza fine. La registrazione, mandata in onda da Videolina , è disponibile grazie al cofanetto (CD+DVD), realizzato dall’ Unione Sarda in collaborazione con Videolina. Documento da custodire gelosamente perché unico, indispensabile per gli appassionati.

Edizione 2010. Il coro Ortobene incontra i Crodaioli e Bepi De Marzi .

Il coro "I Crodaioli" di Arzignano (cittadina in provincia di Vicenza), con il suo direttore e fondatore Bepi De Marzi, tornano in Barbagia dopo vent’anni.

I cori si alternano sul palco confrontandosi su un concerto a tema. A fine serata i due gruppi si riuniscono nell’interpretazione di "Benia Calastoria", diretti da Alessandro Catte e la famosa "Signore delle cime", diretti da Bepi De Marzi, per concludere con l’invito di quest’ultimo al canto del pubblico diretto dal palco da Alessandro Catte. "La memoria è uno dei grandi pregi della nostra vita – cita il Maestro De Marzi - . Chi non ha memoria, non ha nemmeno futuro e chi non ha memoria, non ha nemmeno fede".

Edizione 2011. Franzischinu Satta : storie e rime di una vita.

Nel decennale della morte di Franceschino Satta, l’Associazione ha voluto rendere omaggio a tziu Franzischinu, con una serata ricamata sul suo nome e le sue opere .

Serata che scopre Alessandro Catte nella insolita veste di presentatore , animatore , meglio di padrone di casa a suo agio tra gli amici che hanno voluto ricordare il poeta nuorese . "Presentatore Alessandro , ma soprattutto direttore – evidenzia Michele Pio Ledda – di quella meravigliosa creatura dalle mille bocche che è il Coro Ortobene che, sotto la sua bacchetta, propone le parole di Satta nella veste nobile del canto e restituisce loro quella musicalità che il poeta aveva nella testa quando le scrisse".

Tra il pubblico, la famiglia di Franceschino Satta. "Sapevo che il decennale sarebbe stato ricordato alla grande in parole we musica – racconta Rosalba Satta, figlia di Franceschino e anche lei poetessa - . Nugoro amada non è mai stata matrigna ed ha voluto ricordare così uno dei suoi figli più stimati. La serata è stata coinvolgente".

Tutti gli ospiti hanno rappresentato Satta con canzoni, poesie, aneddoti e canzoni .

"I vari momenti risultavano intrecciati – sottolinea Rosalba Satta – in modo tale da far pensare a un ricamo prezioso che man mano prendeva forma e colore. Particolarmente emozionante la scelta di anticipare l’esibizione canora del coro Ortobene con la voce di mio padre che recitava la stupenda Ispadas de sole".

L’attore e regista Giovanni Carroni ha recitato Prados de lentore , seguito dall’interpretazione dell’omonima versione del coro Ortobene, diretto da Alessandro Catte, che ha successivamente proposto Focos de brama. Il coro, da buon padrone di casa , ha lasciato spazio ad ogni ricordo degli ospiti, ripresentandosi a intervalli sul palco per proporre Ispadas de sole, A duruseddu e Unu ballu pilicanu.

"La serata è andata in crescendo – ricorda Rosalba Satta – raggiungendo l’apice nel momento in cui il poeta Giovanni Piga , amico fraterno da sempre di mio padre, ha letto con il giusto coinvolgimento emotivo, una lettera a lui indirizzata, immaginando che il destinatario fosse lì presente, accanto a lui e a noi tutti".

Piero Marras ha omaggiato il pubblico con le interpretazioni Ardia, mentre Bae luna , Sa oghe ’e Maria e Mere Manna sono state proposte con l’efficace accompagnamento del Coro Ortobene.

Particolarmente suggestiva ed elegante l’ersibizione del coro femminile Ilune di Dorgali, sempre diretto da Alessandro Catte, che ha aperto la serata con la suggestiva interpretazione di Plena de grazia, brano che si apre con la recita del rosario ( proposto nello scorso dicembre 2010 nel concerto di Montecitorio) e successivamente ha omaggiato il pubblico dell’Eliseo con l’inedita Su entu, brano scritto da Michele Pio Ledda e musicato da Alessandro Catte e infine In brazzos de mama di Franceschino Satta.

A Michele Pio Ledda affidiamo il commento sull’interpretazione del Coro Ilune .

"Ancora una volta Alessandro Catte dimostra la sua cresciuta padronanza del ruolo di direttore/autore ed arrangiatore di grande successo . Il Coro si è presentato in scena cantando/recitando una Avemaria che diventa saluto e preghiera nello stesso tempo".

Ancora i ricordi e le emozioni del giornalista e scrittore Paolo Pillonca hanno accompagnato il pubblico fino a quando, ancora la voce di Franceschino Satta ha fatto capolino nel teatro.

"Il senso della sera è nella conclusione dello spettacolo – sottolinea lo scrittore Michele Pio Ledda – quando si crea quella magia che unisce il palcoscenico al pubblico e si crea una cosa sola. Questo è accaduto quando il coro Ortobene, Piero Marras, IL Coro Ilune e tutto il pubblico hanno cantato insieme Mere manna".

Franzischinu Satta e il Coro Ortobene.

Il Coro Ortobene ha in repertorio dieci opere di Satta musicate da Alessandro Catte : Unu ballu pilicanu, Ispadas de sole , Prados de lentore, Babbu ’e su paradisu, Santu, A duruseddu , Canta canta rosinzolu , Focos de brama , Anzone ’e Deus, Beneittu.

PREMIO ORTOBENE

Il premio, che consiste in un attestato dell’Associazione Ortobene, viene assegnato a una personalità o istituzione che si è particolarmente distinta per aver supportato la coralità popolare. (omissis)

La rassegna conclusasi due mesi fa ha reso omaggio a Franceschino Satta, con l’assegnazione del premio nelle mani del figlio Gavino, in rappresentanza degli altri fratelli Sandro, Rosalba e Margherita.

Premi ricordo: Il Coro Ortobene ha voluto omaggiare tutti i premiati delle varie edizioni con un’opera del pittore nuorese Pietro Costa; nelle prime due edizioni con una scultura in ceramica, mentre nel 2011 il ricordo era in bronzo.

Cosa avrebbe pensato Franceschino Satta di Canti dall’Ortobene?

"Certamente mio padre HA apprezzato – sottolinea la figlia Rosalba - … perché sono convinta che nell’altra dimensione hanno diritto d’accesso solo le cose buone, profondamente sentite . E tutto, perciò , gli è arrivato col tepore e la forza di un abbraccio corale vero. E’ stato tutto perfetto".

(Da "Boghes noas" n. 3 aprile-maggio 2011)

 

 

 

Le foto sono di Roberto Dore