" Il terremoto del Molise riporta all'attualità il problema della sicurezza nelle scuole"

 

"Dovrebbe essere il luogo più sicuro"

 

"Chi ha qualcosa da dire si faccia avanti e taccia", scriveva Karl Kraus . Quando ci si trova a contatto diretto con un dolore immenso, quando una tragedia ci cade addosso, all’improvviso, e all’improvviso distrugge, annienta , porta via la parte più bella e più innocente della nostra vita…le labbra non riescono ad emettere suoni o rumori. Si rimane annientati. Incapaci di comprendere. Muti. Si prova la sensazione, nitida, della perdita del baricentro. Ci si sente fragili. Distrutti. Ed anche il passo non ha più suono perché non ha più senso…Camminare, andare avanti…Per chi? Per che cosa? Ad urlare e a provocare una devastazione interna è l’anima…

E la voce dell’anima, si sa, arriva solo alle orecchie, e al cuore, di chi è capace di guardare, e vedere, al di là del non detto. Nessun genitore dovrebbe sopravvivere ai figli. E quando agli altri accade, ci si rifiuta di considerarlo possibile per noi. Si allontana il pensiero…come se ciò bastasse a renderlo irrealizzabile. Non è così, purtoppo. Davanti a quelle piccole bare bianche abbracciate dai fiori c’era, domenica 3 novembre , a San Giuliano, accanto al dolore senza nome di chi è stato travolto direttamente dal dolore , anche lo sgomento e la sofferenza di tanti . Di tutti. E quando, dopo il pianto dell’anima, si cercherà di capire il perché della tragedia e le eventuali responsabilità, io spero che non ci si limiti ad indirizzare l’indice accusatore solo contro qualcuno. Perché quello della sicurezza degli edifici scolastici- per rimanere in tema – è un problema che riguarda tutta l’Italia. Ho sentito dire che gli assessori provinciali e regionali della Sardegna hanno intenzione di restituire le chiavi di tutti gli edifici scolastici al Governo. Lo facciano! E non per la logica puerile e banale del "Piove ,governo ladro!" , ma perché trovo vergognoso e delittuoso che il discorso scolastico continui ad essere portato avanti, nelle alte sfere, sui numeri… e non sui bisogni e sulla sicurezza. Se la normativa sulla sicurezza venisse rispettata , le scuole, tutte, dovrebbero essere il luogo più sicuro dove rifugiarsi in caso di necessità; più della propria casa , la cui costruzione può risalire ad "illo tempore" e dettata da possibilità economiche più o meno floride. L’adeguamento degli edifici scolastici e degli ospedali alla normativa vigente dovrebbe essere , non una priorità, ma LA priorità . E invece che si preferisce fare, tra il silenzio , la complicità , il chiacchierio di un attimo o l’impegno-indignazione di pochi? Chiudere alcune scuole , accorpare le classi che non rispondono al numero stabilito di alunni … non in vista di un vantaggio didattico e di una crescita armonica, ma di un bisogno puramente economico. E gli alunni di queste classi - che oggi devono essere costituite da un numero non inferiore di 25 unità – vengono, più spesso di quanto si pensi, letteralmente stipati in aule che, al massimo, potrebbero contenerne 14-15 - nel non rispetto, fra l’altro, di una normativa vigente – e quasi mai rispettata - che attribuisce ad ogni alunno un tot di "spazio vitale". Se, per un motivo o per un altro, si dovessero abbandonare velocemente le aule…cosa potrebbe accadere prima di raggiungere la porta che, fra l’altro, nove casi su dieci, non è antipanico? Ma ci si domanda: Queste scuole, rispondono positivamente sul piano della sicurezza? Assolutamente no. Chi se ne è mai occupato? Chi legge le relazioni redatte dagli Assessori e dai capi di Istituto più sensibili? Chi sente il bisogno di verificare anche - perché no?- col metro in mano? Nel passato, ricordo bene d’aver illustrato , in qualità di Assessore alla P.I. , la situazione reale delle scuole elementari del Comune nel quale vivo e d’aver trovato, dall’altra parte, la sensibilità del Provveditore di allora, che venne di persona nel territorio, verificò la veridicità delle affermazioni e adottò dei provvedimenti in linea con le nostre richieste . Ma quanti dottor Cancellu ci sono nel territorio nazionale, capaci di distinguere e di capire che in certe situazioni- vedi il caso del numero degli alunni per classe- deve essere la normativa ad adattarsi alla situazione reale e non il contrario ( per la tutela dei bambini), e ad assumersi, in prima persona, la responsabilità di determinate decisioni?

Io trovo perfido che il Ministero abbia costretto noi insegnanti a frequentare un corso sulla sicurezza : conoscere la normativa e vivere il quotidiano scolastico sapendo che niente,o quasi, risponde a determinati parametri e criteri, dà la sensazione netta della presa in giro. Io credo che lo Stato debba avere il coraggio di investire, innanzi tutto, in cultura, non togliendo, come intende fare, ma dando la possibilità a tutti gli alunni

– dalle materne alle Università- di vivere in un ambiente innanzi tutto sicuro, poi ricco di spazi e di mezzi. A misura di bambino. E di bambino che cresce… Distribuire del denaro FINALIZZATO all’adeguamento di tutti gli edifici scolastici deve essere il primo impegno che il Governo deve assumere, se veramente si desidera dare un senso alla morte dei piccoli di San Giuliano. Il ponte di Messina può attendere tempi migliori.

"Maxima debetur puero reverentia" , ricorda un vecchio detto che,tradotto , significa "Al bambino è dovuto il massimo rispetto". Non dimentichiamolo. Mai.

 

Ins. Rosalba Satta Ceriale

 

da "L'Ortobene"
del 10 novembre2002