INTERVENTO DEL12 SETTEMBRE 2002

Piazza Sebastiano Satta –Nuoro

 

Ricordando un padre poeta

 

di

Rosalba Satta Ceriale

 

Generalmente i ringraziamenti si fanno alla fine; decido invece di farlo subito perché lo considero importante ed anche perché desidero rivolgere l’ultimo pensiero a mio padre.

Allora…innanzi tutto ringrazio tutti coloro che hanno organizzato e partecipato a questa serata davvero speciale; ringrazio , naturalmente, coloro che hanno permesso che questo incontro si realizzasse: gli assessori alla Cultura e Spettacolo del Comune e della Provincia, Deriu e Rocca.

Ringrazio coloro che hanno parlato, e continuano a ricordare mio padre con grande tenerezza, da Giuliano Marongiu a don Mariani che forse più e meglio di altri hanno saputo leggere la poesia e l’anima di mio padre.

Un grazie e un abbraccio particolare ad Alessandro Catte, non solo perché ha accarezzato e coltivato l’idea di questa giornata, ma anche e soprattutto perché, come un figlio acquisito, ha condiviso con mio padre - in particolare nell’ultimo periodo - momenti di grande carica affettiva ed emozionale .

Approfitto però dell’occasione che mi viene offerta per rivolgere un sentito GRAZIE anche al sindaco di Nuoro, all’Assessore competente e alla commissione toponomastica per aver voluto dedicare una via a mio padre, pochi mesi dopo il suo "volo".

Grazie di cuore!

Questo riconoscimento è giunto in un momento in cui io ed i miei fratelli avevamo bisogno di una carezza… perché, col passare dei giorni, la consapevolezza del distacco rendeva sempre più insostenibile il peso della croce.

Questo riconoscimento è servito a ricordare ulteriormente , a me e ai miei fratelli , il privilegio d’aver avuto come padre un uomo, che non solo ha onorato con i suoi versi la sua terra e difeso strenuamente la sua lingua, ma che ha saputo trasmettere a noi figli, col suo esempio di vita, il valore della libertà , indicando sempre, come corsia preferenziale, la via dell’onestà e della solidarietà . Ripeteva spesso

- ed è un tema che ricorre sovente nei suoi versi più belli - che lo sguardo deve essere testardamente rivolto verso l’altro… convinto come era che l’indifferenza uccide più delle guerre e più dell’odio. Non a caso ho imparato , da sempre, a guardare oltre le pareti della mia casa , e a sentire i silenzi di pietra di chi non ha voce.…

 

Se dovessi andare a cercare la parole più belle e fossi capace di metterle insieme nel migliore dei modi per parlare di lui… mancherebbe sempre qualcosa.

Il mio non è più – e non lo è più da tempo- l’innamoramento adolescenziale per un padre che è stato sempre presente anche quando non poteva esserlo materialmente. E’, invece, la consapevolezza - maturata con gli anni - d’essere vissuta accanto a un uomo che è stato capace di farmi sentire speciale, sempre. E di far sentire unici , speciali, insostituibili anche gli altri figli. E crescere, sapendo di "esserci" e di contare, ha significato, per tutti noi, imparare a dar spazio ai pensieri e voce ai sentimenti.

A chi pensa che questa sia retorica commemorativa o rispetto che si deve ad una persona che non c’è più… rispondo che così non è, non solo perché, da sempre, mi porto appresso un intenso profumo di "pulito" che continua a dare colore e calore ai miei stupendi ricordi di figlia , ma anche perché ciò che ho l’occasione di dire , oggi, da questo palco, è ciò che dissi e scrissi, in varie occasioni, anni addietro , nei momenti più "fecondi" della sua vita…quando lui c’era , era presente e, proprio perché presente, desideravo che sapesse quanto gli fossi grata, quanto mi sentissi privilegiata nell’averlo come padre . Ricordo d’avergli fatto la mia prima "dichiarazione d’amore pubblica" nell’83 ,in occasione della presentazione del suo primo libro. E poi lo corteggiai sfacciatamente in occasione di uno spettacolo organizzato da mio fratello Paolo – il cui scopo era quello di richiamare l’attenzione nei confronti degli ultimi – quando, parlando di lui dissi, tra le altre cose, che era "il primo incontro riuscito della mia vita", e che la sua "colpa" più grande era quella di aver riempito di troppo amore la nostra vita. Ricordo che mi rispose: "Preferisco questo rimprovero, al suo contrario".

Mi commossi sempre come un’adolescente nel mettere a nudo i miei sentimenti. E sempre si commosse lui , e sempre ne andò fiero… come avesse vinto le sue gare poetiche più importanti. E forse fu anche per dimostrarmi la sua stima incondizionata che mi chiese di redigere, sei anni prima che il suo libro vedesse la luce, la prefazione del suo "Incantos-Su prantu cubau". Fu , per me, motivo di grande gratificazione…e scelsi di parlare di lui non come poeta - perché ero e sono convinta che la sua poesia è capace di "parlare" da sola, OLTRE le categorie, le definizioni e i luoghi comuni- ma come padre-poeta.

Si commosse anche in quella occasione -lo ricordo bene ! – e sentii, forte, l’abbraccio del suo sguardo e la lubrificante carezza del suo "Grazie"…

Ma è stato soprattutto nell’ultimo periodo della sua vita ( quando, lottando e vincendo la mia fragilità emotiva, ho trovato la forza di trasmettergli anche fisicamente- attraverso i baci continui, le carezze e gli abbracci - l’intensità dei miei sentimenti… nella speranza-illusione che diventasse meno presente e pressante l’angoscia che gli mordeva l’anima per quel figlio adorato, perduto qualche mese prima) che ha capito ancora meglio quanto lui fosse importante per me, per noi figli, quanto spazio occupasse nella nostra vita. E forse, in qualche momento, ne fu anche spaventato perché, qualche mese prima del suo addio, ci disse, quasi scusandosi: "Mi dispiace per il dispiacere che vi sto dando…".

Mio padre… ha avuto le sue debolezze , i suoi momenti no, i suoi cedimenti: era un uomo, non era un santo.

Ma era un uomo capace di creare incanti .Di trasmettere la voglia di sognare…Io, nonostante tutto, ce l’ho ancora…intatta, e mi sforzo di trasmetterla. Nel sogno , ognuno di noi, può diventare padrone di un pezzetto di cielo e imparare, poi, a colorare d’azzurro la vita di chi ci passa accanto…

 

Ora mi piace pensare che lui sia qui con noi,in questa serata tutta sua.

E a lui rivolgo - prima di salutarvi - questi cinque versi, scritti l’altro ieri, affinché ,anche lassù, non dimentichi mai ciò che certamente aveva intuito quando era quaggiù : che il dolore, immane, del distacco terreno non sarà mai grande quanto la gioia d’averlo avuto come padre…

 

A mio padre

 

Il pensiero

inzuppato di buono

danza parole chiare

ossigenando il cuore.

Ancora e ancora…grazie!