OSTELLINO E FALLACI : PIU’ LI CONOSCI E PIU’ LI EVITI

 

di

ROSALBA SATTA CERIALE

 

" E’ inutile condurre il cavallo al fiume- recita un vecchio detto- Se non ha sete non berrà…". Così è , per coloro che non riescono a vedere oltre la propria "verità" : la "tavola culturale" può essere apparecchiata nel migliore dei modi, mille possono essere le riflessioni e le considerazioni , quelle - e non altre - le ovvie conclusioni…non le vedranno e , perciò, non le assaporeranno . Peggio, le disprezzeranno.

Come si fa , insomma, a parlare del cielo a chi cammina guardando il suo passo?

L’articolo del signor Piero Ostellino –"Corriere della sera" 9 novembre - contiene una interessante massima che suona pressappoco così: "Io sono ricco perché ho più capacità, più virtù, più talento. Tu sei povero perché hai meno capacità, meno virtù, meno talento. Io valgo, perciò sono ricco. Tu non vali, perciò sei povero." Questo è il significato che lui tenta di attribuire agli articoli 1 e 6 della "Dichiarazione dei diritti dell’uomo". Non è così. Il significato è un altro: è la dichiarazione che ognuno di noi è diverso dall’altro. E la diversità non deve essere mai disuguaglianza, ma ricchezza . Per tutti .

Con la stessa logica, il signor Ostellino scrive che "l’articolo della Fallaci è un inno alla non violenza, una condanna a ogni forma di violenza, compresa quella politica e morale.". Che dire se non che, evidentemente, abbiamo letto articoli diversi? Come si fa, mi domando, a non vedere, a tentare di nascondere l’odio che straripa da ogni suo pensiero? Ieri con il patetico "La rabbia e l’orgoglio", oggi con le sue invettive piene di fiele? Come si fa a giustificare l’ingiustificabile? Su un punto sono d’accordo col signor Ostellino. Terzani – che io ammiro moltissimo- questa volta ha sbagliato. Ha detto che la Fallaci è un caso clinico. Se così fosse la capirei, nel senso che rispetterei la sua follia . Non è così, a mio parere. E’ una persona che non si ama e che, perciò, non ama. E’ piena di acredine e rancore , non di follia. E’ miope,dentro. Ma sa perfettamente che le parole, più delle armi, possono far male. E lei lo fa…perché le piace e perché non si piace.