Gli alunni delle quarte elementari di Budoni

Per la pace con Emergency

Il 2001-2002 è stato un anno scolastico particolare. L’ 11 settembre ha segnato la vita di tutti: adulti e bambini. Le immagine del crollo delle torri gemelle, riproposte con ritmo martellante e in tutte le trasmissioni, erano nello sguardo e nella mente dei nostri alunni ad anno scolastico appena iniziato.Diverse potevano essere le emozioni, le sensazioni, le paure, i propositi…ma unica per tutti era la domanda: "Perché?". E con l’impegno a guardarsi intorno per vedere realmente, senza filtri e giustificazioni di comodo, e dare, perciò, una risposta a questo "perché", ha preso l’avvio il nostro viaggio culturale ed umano. Sapevamo tutti – adulti e bambini - che il cammino sarebbe stato difficile , che avremmo letto e visto cose che ci avrebbero fatto soffrire, che ci sarebbe venuta la voglia di cambiare direzione per tornare nel tepore e nella sicurezza delle cose di sempre, delle nozioni di sempre, delle domande e delle risposte di sempre. Ma poiché sapevamo d’aver vissuto – anche se indirettamente – un fatto straordinariamente tragico che avrebbe cambiato per sempre la vita di tutti -e perciò anche il nostro quotidiano- non abbiamo mollato la presa e abbiamo scelto come compagni di viaggio gli amici di Emergency, i nostri amici di…prima dell’11 settembre, i nostri amici di sempre. Il libro di Gino Strada "Pappagalli verdi" era capitato quasi per caso, verso la fine della seconda elementare. Noi insegnanti ne avevamo letto alcune pagine agli alunni che già da allora cominciavano a domandarsi perché in tante parti del mondo si muore per la fame e per la guerra . Alcuni di loro avevano visto un documentario ,girato in alcune regioni dell’Africa, trasmesso dalla televisione, che denunciava le condizioni di estrema miseria nelle quali erano - e sono- costretti a "vivere" milioni di persone.

Non capivano come ciò potesse accadere soprattutto a bambini come loro, la cui unica "colpa" è quella di venire al mondo…in un mondo che non è capace di accoglierli. Il libro di Gino Strada prima e il libro di Giulietto Chiesa e Vauro dopo ("Afghanistan anno zero") li ha aiutati a capire - in terza e poi in quarta - che "a volte ognuno per conto suo, a volte tutti insieme è possibile fare qualcosa", così come ci ricorda Tiziano Terzani nel suo "Lettere contro la guerra". E il loro fare qualcosa è diventato prima un bisogno di conoscenza e poi un atto concreto : mandare a Emergency i loro risparmi, i soldini accumulati rinunciando al gelato e al lecca-lecca in più. Loro sapevano – e sanno- che dieci, venti, trenta dei mattoni usati per costruire gli ospedali in vari luoghi del mondo sono stati acquistati grazie a quelle loro lire ,prima, e a quei centesimi, dopo. Loro sanno che tanti "Soran" e "Alphonsine" – sia in Afghanistan che nelle altre zone dove si muore o si soffre a causa della fame, della guerra e delle mine antiuomo- potranno riprendere a vivere, ad afferrare oggetti e/o camminare grazie alle medicine, ai macchinari e alle protesi acquistate anche col loro contributo. Non è cosa da poco… Significa crescere vivendo in prima persona la solidarietà, significa crescere sentendosi in "comunione" con gli altri, significa crescere provando orrore per la violenza, per ogni forma di violenza. Significa crescere – ci ricorda sempre quello "svitato" di Terzani - "facendo quello che è giusto, invece di quel che ci conviene". Non è cosa da poco… Lo sanno bene anche Gino Strada e sua moglie, Teresa Sarti- la presidentessa di Emergency- che, dopo aver visto, ed apprezzato moltissimo, il lavoro portato avanti ,da ben tre anni, dagli alunni di Budoni hanno programmato una loro visita a settembre. Non è cosa da poco…

(da "L'Ortobene" del 23 giugno 2002)

Rosalba Satta Ceriale