A un padre poeta.

 

Tu semini sorrisi

anche quando traspare la tristezza

ed il volto trasuda

fatica e sofferenza.

Il tuo verso

è una stretta di mano

un incontro con Dio

un ritrovarsi

un darsi agli altri

un fermarsi – deciso – ad osservare

"prattas, guruttos galu a fracu ’e fenu"

con l’occhio- terso – di chi non sa scordare

il fresco canticchiare

"de sa prus bella e durche pizzinnia".

Tu semini sorrisi…

rivestendo sbiaditi arcobaleni

con la luce di un cuore

che rigurgita amore

senza freno.

E se il tuo canto

ogni tanto

ha il sapore del pianto

è perché ti soffermi a rattoppare

i brandelli di vita

di chi non sa scrutare

oltre il suo io minuto

e che vende "pro nudda

peri cussos tres soddos de respiru

pro basare sos pedes propriu a chie

li catticat s’ispiritu…"