L’ultimo libro di Raniero La Valle

 

Testimoni per un’altra Storia possibile.

 

 

Raniero La Valle e il suo

"Prima che l’amore finisca"

Se fossi costretta a trascorrere del tempo in un’isola deserta e, conoscendo le mia passione di lettrice, mi fosse data la possibilità di portare con me almeno cinque libri, non avrei esitazioni. Metterei in valigia "La guerra infinita" di Giulietto Chiesa, "Confesso che ho vissuto" di Pablo Neruda, "Lettere contro la guerra" di Tiziano Terzani, "Diario di un cattolico errante" di Ettore Masina e ultimo – ma non ultimo- "Prima che l’amore finisca" di Raniero La Valle.

"Prima che l’amore finisca"…

L’altro ieri, parlando con un’amica di Raniero La Valle, precisavo che il suo ultimo libro va regalato ma non prestato , perché dopo averlo letto nasce spontanea l’esigenza di averlo sempre a portata di mano.

E’ un libro che, per vari motivi, mi ha conquistato. Totalmente…come da tempo non mi accadeva.

E’, innanzi tutto, un inno alla speranza. "Non occorre essere ricchi per averla – scrive La Valle - . La speranza è povera. Come l’amore è indigente, perché è protesa a ciò di cui manchiamo e di cui abbiamo bisogno e che incessantemente cerchiamo perché il mondo viva. Per riaccendere il futuro…prima che l’amore finisca.".

Più si va avanti nella lettura e più si materializza e cresce la sensazione di entrare, ospiti graditi, in case e luoghi diversi , all’interno dei quali si muove sempre e comunque l’Uomo, capace ( sia che si tratti di padre Ernesto Balducci, di padre Benedetto Calati, di don Dossetti, di don Tonino Bello o di padre Turoldo , per citarne solo alcuni) di lasciare una traccia profonda, di scoprire ed indicare nuovi cammini, di porre un seme nel solco della Storia contemporanea e futura.

Seme destinato – come quello evangelico - a morire perché dia frutto.

E morti ma non scomparsi sono tutti i testimoni di pace dei quali La Valle parla nel suo libro, nel senso che il loro dire e il loro agire di ieri, soprattutto oggi si riempie di profondo significato : lo sguardo anticipatore di questi testimoni di pace, il loro passo, la loro parola sollecitano e facilitano riflessioni e scelte . Oggi più che mai.

E’ un libro che – attraverso le varie testimonianze – sollecita l’incontro con l’altro, nella scoperta-consapevolezza che ogni uomo "è colui nel quale tende a realizzarsi e a compiersi l’intera economia divina.".

Solo in quest’ottica "ogni singolo uomo diventa degno di un’attenzione assoluta, ed è visto come un unicum, come una pagina vivente della storia della salvezza, la quale proprio a lui tende e, se trova risposta, in lui si conclude.".

Sono pensieri di padre Benedetto Calati e di don Carlo Carretto, dei quali , prima dell’incontro col libro, non avevo mai sentito parlare. Conoscerli, attraverso i ricordi di La Valle, non ha solo colmato una lacuna, ma ha reso più limpido il mio sguardo e perciò più determinato il mio cammino verso e per un mondo diverso, dove davvero le parole amore, giustizia e libertà diventino un dare e un essere e non parole usurate e perciò spoglie di significato.

Le figure straordinarie , delle quali nel libro si parla e che hanno attraversato la vita dell’autore , sono quasi tutti "uomini di chiesa".

Che sia un caso? O forse la risposta si trova nel fatto che è innanzi tutto lì, nella continua e doverosa rivisitazione del messaggio evangelico e, conseguentemente, nell’analisi di un mondo affamato e in fiamme,col "piede del potere sul collo dei poveri"… che è non solo naturale ma doveroso interrogarsi quotidianamente sul destino dell’uomo e del mondo .

Nelle pagine del libro ho conosciuto il Dio poeta di padre Benedetto

Calati ; ho scoperto, grazie a Lercaro - il vescovo della pace-, "il mistero antropologico della povertà" nel senso che " indicando un’indigenza reale significa che nessuno è sufficiente a se stesso e tutti hanno bisogno gli uni degli altri.".

Ho "rivisto" , nel capitolo dedicato a Balducci, "il volto di Dio che non abita nei luoghi inaccessibili del potere, ma che è immerso nella storia degli uomini.".

Ho sentito i canti di liberazione e di imminente speranza di padre Turoldo e il suo poetico e continuo "rincorrere segnali di speranza".

Mi è giunto l’eco del suo "non scoraggiatevi mai" accompagnato dalla denuncia , ferma e continua, verso tutte le forme di violenza e di dominio.

Tra le pagine , mi è venuto incontro il vescovo dei pacifici : don Tonino Bello capace , come pochi , "di far intravedere i bagliori di un mondo nuovo.".

Mondo destinato a prendere forma non solo e non tanto dal messaggio evangelico ma dalla rinascita del diritto inteso – così come amava ricordare don Giuseppe Dossetti -"come ultima trincea dell’etica".

"Se i dieci comandamenti fanno cilecca – amava ripetere Dossetti – state almeno alla Costituzione, come tavola di morale civile, di principi e valori non discendenti dall’alto, ma portati in alto dal ribollire della Storia .".

Credo che niente possa essere vissuto in solitudine. Anche la gioia per "esistere" deve essere condivisa . Perciò l’andare verso l’altro non può essere una scelta ma un’esigenza .

Nella grammatica dei sentimenti e, più in particolare, della solidarietà, non esiste lo iato . E il dittongo non può che essere un’unica emissione di…vita . L’andare insieme , la condivisione , la cooperazione non creano problemi : li risolvono. E’ l’ingiustizia a creare divisioni . E’ la morte del diritto a creare mostri e la mostruosità della guerra .

"La democrazia – scrive La Valle – è prima di tutto diritti delle persone e diritto dei popoli. Se ai popoli si toglie il diritto, che democrazia è?".

Ho trovato questo ed altro nel bel libro di Raniero La Valle.

Ora, a lettura finita, continuo a sentirmi inquieta e indignata (perchéanche grazie a libri come questo di Raniero La Valle - ho imparato a leggere oltre l’informazione in divisa e a vedere e sentire il pianto degli oppressi), ma sento più di prima, con il libro ancora tra le mani, che la primavera è ancora possibile, che "sotto il cumulo di foglie secche"- come amava ripetere Balducci- spesso c’è una gemma che attende la luce per crescere e regalare al mondo i suoi colori e il suo profumo.

Per ridisegnarlo.

In conclusione : come La Valle sono convinta che , nonostante tutto e a dispetto della disastrosa situazione mondiale attuale, "le strade non sono chiuse." . "La buona notizia, contro la fuga nella spirale apocalittica del potere, è che la storia è ancora nelle nostre mani. Possiamo andare avanti e riaccendere il futuro. Dobbiamo forzare l’aurora a nascere…prima che l’amore finisca.".

Rosalba Satta Ceriale