Da "L'Ortobene" del 2 luglio 2006

Libri in vetrina

 

Rina Brundu e il suo "Isole"

 

Info su : www.villanovastrisaili.com

 

Il libro "Isole-Scritture letterarie-Momenti d’Ogliastra", pubblicato a cura della giornalista-scrittrice Rina Brundu, è un atto d’amore nei confronti della Sardegna, ed in particolare dell’Ogliastra , definita con affetto "l’isola che non c’è".

Ma è anche una carezza alle altre isole amate dalla curatrice : l’Irlanda (dove vive e lavora), le isole Aran, la Sicilia… anche se - come si legge in premessa - " se è vero che il viaggio ci porterà fino alle lontane , fredde scogliere delle isole Aran, è altrettanto vero che lo spirito non tarderà a riprendere il cammino lungo le contrade che sente più sue e da cui, in verità, non si sarà allontanato mai troppo". "A fare da filo conduttore saranno momenti, ricordi che sono stati a Villanova Strisaili (ma non solo!) e che, sotto forma di ricordi e di fotografie, si ripresenteranno a noi, forti della loro sempiterna dignità, della loro bellezza, del loro spirito fiero, del carattere indomito che è proprio di ogni formica nata ai piedi del Gennargentu…".

Il libro si presenta come "la prima antologia della nuova provincia d’Ogliastra".

E’ , perciò, un percorso che inizia.

E inizia davvero alla grande. E’ un coinvolgente incontro con tante persone affascinanti, ognuna con un proprio contributo letterario portato in dono.

Stabilire quali siano gli scritti più interessanti è arduo. Quasi impossibile. Ogni pagina ha un senso, un significato preciso, una pregnanza culturale che non può non coinvolgere, interessare, spingere a ulteriori ricerche e approfondimenti, perché si ri-scopre, man mano che la lettura avanza, il desiderio di ri-vedere e ri-visitare luoghi, cieli e mari e tradizioni che pensavamo di conoscere e dei quali invece – forse – abbiamo perso memoria, presi come siamo dall’ansia delle corse da fiato corto che l’attuale società ci impone col suo frastuono e con i suoi richiami fatti spesso di inutilità .

Il libro è un viaggio,dunque. Ma è anche un invito alla sosta…la sola che può consentire di assaporare le atmosfere dei racconti , ora in lingua italiana ora in limba, di Salvo Zappulla, di Franco Pilloni, di Patrizio Pacioni , di Giovanna Mulas , di godere della magia della poesia di Claudio Moica e di Franceschino Satta, di ascoltare , con un’attenzione sempre crescente le varie interviste , di ampliare il proprio orizzonte culturale grazie ai tanti articoli e ad una bella commedia .

Attraverso le parole della curatrice e di Luciana Cannas è possibile rivivere l’alluvione che, il 6 dicembre 2004 , seminò morte e terrore a Villagrande. "In questa data , in un’ora compresa fra le 17 e le 18, l’acqua è piovuta dal cielo - scrive Luciana Cannas – in una concentrazione tale che in pochi minuti ha inondato l’abitato. Altre volte era piovuto in maniera memorabile, nel 1940 e nel 1951, quando le abitazioni erano costruite con tettoie in canne e tegole, ma mai le piogge avevano provocato vittime. Il 6 dicembre , in una situazione di impotenza delirante, gli abitanti hanno visto i canaloni di Mesu idda, di S’arrescottu, di Bau argili, gonfiarsi ed esplodere. L’acqua straripava, mentre i rumori di sottofondo erano di schianti, di macchine portate via, di porte sfondate, di parole urlate…".

"Da sempre abituati a fare da soli, gli Ogliastrini – scrive la curatrice – non hanno esitato a rimboccarsi le maniche e a tornare al lavoro per ripristinare la viabilità ordinaria, mettere in piedi soluzioni provvisorie al problema dei ponti crollati, ripulire le case, liberarsi del fango. Così facendo , sono bastate solo poche settimane per allontanare la paura e guardare al futuro con rinnovata speranza.". " Benché encomiabile- continua Rina Brundu - occorre però aggiungere che tale pronta reazione, ha avuto il demerito di gettare fumo davanti agli occhi e quindi di contribuire a nascondere in maniera significativa le innegabili pecche amministrative, i vizi di mille anni e malattie perniciose che da sempre affliggono la Sardegna…".

A proposito della nascita della nuova provincia dell’Ogliastra, avvenuta nel 2005, Giuseppe Cabizzosu, con la sua penna tagliente come bisturi, tra le altre cose, scrive:

"Quando leggo, con estremo disappunto, l’astiosa sterile diatriba sul ruolo guida da assegnare a Lanusei e Tortolì all’interno della nuova Provincia, mi convinco sempre più quanto, troppo spesso, certa politica sia assolutamente lontana dai veri problemi della gente. Credo infatti che ciò di cui ha meno bisogno oggi la neonata entità siano proprio le polemiche pretestuose, strumentali, quasi sempre sciocche, inutili, talvolta addirittura dannose.".

La stessa sterile e astiosa diatriba è purtroppo ancora presente in altre province sarde di nuova istituzione; fatto che fa emergere mediocrità e interessi di parte : muri virtuali più forti del cemento armato.

Molto bene si lega a tutto ciò il penultimo verso della poesia di Totò " ’A livella", poesia contenuta nel libro e tradotta sapientemente in limba da Antonio Trudu : "Custas buffonerias scett’is bius das fainti…".

Un discorso a parte meritano gli articoli di Massimo Pittau, di Martina Secci , di Mario Pudhu sulla lingua sarda. Tutti molto interessanti, considerato anche il fatto che il problema è tornato alla ribalta, di recente, anche a causa del trasferimento di un’alunna da una scuola ad un’altra , in quanto i genitori della bimba chiedevano che venisse insegnato alla figlia il dialetto "parlato in casa" e non quello imposto dalla scuola.

Che Massimo Pittau sia stato , e continui ad essere , un gigante nel panorama culturale isolano , un prezioso e preciso punto di riferimento per gli studiosi della cultura e della lingua sarda , è indiscutibile . Le sue idee o le sue proposte possono, a volte, essere più o meno condivisibili, ma una cosa è certa : non si può prescindere dal suo parere. Ciò mi consente di affermare – sapendo di non fare torto a nessuno- che la sua presenza impreziosisce il libro. Ci auguriamo che il suo invito ad "iniziare l’operazione del recupero e del rilancio della lingua sarda, in tutte le modalità, secondo tutte le metodologie, secondo tutte le prospettive" venga accolto e che sia la Regione che le Province "organizzino al più presto corsi di aggiornamento in lingua sarda a favore degli insegnanti.".

In conclusione. Il bel libro di Rina Brundu – che, ricco di immagini, si presenta molto bene anche come impaginazione e veste tipografica- vuole aprire uno squarcio nel velo grigio dell’indifferenza, chiama a raccolta attorno ad una virtuale tavola rotonda gli intellettuali sardi e non sardi affinché si trovi quel punto di incontro capace, poi, di scuotere le coscienze.

Il libro è indirizzato a coloro che non hanno smesso di stupirsi e di addentrarsi nei meandri di un’isola antichissima.

E’ un prezioso aiuto per coloro che desiderano andare oltre la notizia.

A pieno titolo può fare il suo ingresso nelle scuole, anche elementari e medie , perché il modo di raccontare e presentare determinati argomenti (Le maschere della Sardegna, Viaggio nella Sardegna patriarcale, le varie interviste a persone più o meno note, i racconti e le poesie che potranno essere drammatizzati e recitate…) è lontano anni luce da tutto ciò che è noiosamente scolastico.

Ma soprattutto il libro sarà apprezzato da coloro che- come scrive la curatrice- "sono stati e saranno capaci di costruire quei ponti che consentono di raggiungere nuove terre… per toccare altri cuori e per tenere viva la speranza.".

E Dio solo sa quanto il mondo attuale ne abbia bisogno…

 

Rosalba Satta