Sei dicembre 2006 : Muore un poeta

 

Tonino Ruiu

 

Provo sempre un sentimento di ammirazione misto a sgomento nei confronti di coloro che, perdendo una persona cara, riescono a trovare le parole per l’ultimo abbraccio terreno.

Io non ne sono mai stata capace, probabilmente perché il senso di angoscia e di stupore che annichilisce chi rimane, rende spesso muti, attoniti.

Se oggi faccio violenza al mio istintivo bisogno di silenzio è perché il debito di riconoscenza che ho nei confronti dell’amico Tonino Ruiu, è davvero grande. Insomma, glielo devo. Devo riuscire a dirgli pubblicamente grazie.

Grazie… perché è stato capace di aggiungere colore alla mia vita. E alla vita di coloro che hanno avuto occasione di godere della sua amicizia.

Nel momento in cui muore qualcuno, anche quando si tratta di persone che non hanno avuto meriti altissimi, è la pietà umana a suggerire – e giustamente – parole che sanno di ultimo abbraccio terreno.

Non è il caso del maestro Tonino Ruiu.

E’ il suo esempio di vita a suggerire le parole.

La sua generosità, la sua disponibilità quasi disarmante, la sua luminosa presenza nel campo artistico – sia esso pittorico che poetico – hanno parlato, parlano e continueranno a dire di lui e per lui oltre il volo terreno…perché chi,come Tonino Ruiu, ha molto fatto e molto dato, ha costruito già in vita la sua immortalità.

Oggi, perciò, a piangere non è soltanto la sua amata Giuliana, non sono solo i suoi figli…anche se il coltello del loro dolore ha la lama più tagliente.

A piangere non sono solo i suoi parenti e coloro che , come me, hanno provato per lui un sentimento forte di ammirazione e amicizia.

E’ l’intera Sardegna a piangere questo suo figlio speciale, capace, come pochi, di dar voce, colore e calore ai sentimenti dell’uomo e al battito del cielo. La forza dei suoi versi e la magia delle sue azzurre primavere, contribuiranno negli anni a irrobustire il nostro sguardo, la nostra mente e il nostro cuore.

E questa terra, questa sua sempre amata Sardegna saprà sentire come un dovere morale – ne sono certa – l’urgenza di dedicargli una via o una piazza, e di nominarlo

- qualora non l’avesse già fatto – cittadino illustre…perché cittadino illustre Tonino Ruiu lo è stato davvero.

Sarà un gesto minimo, considerati i meriti. Ma sarà un gesto significativo perché servirà a lubrificare la memoria delle generazioni future..

Ora mi piace immaginarlo accanto a coloro che lo hanno amato e hanno percorso, prima di lui, il sentiero che conduce a cielo..

Mi piace immaginarlo, anche adesso, in ascolto…pieno di un sentimento azzurro, sconosciuto a noi che calpestiamo il suolo.

Rosalba Satta

 

"Arbatax"

 

Adesso che sei luce

(a Tonino Ruiu)

 

Avevi nelle mani la Poesia

e nello sguardo angoli di cielo.

Davi senso alla vita

colorando di sogno le tue tele

e di tepore i versi

fatti di gesti semplici, vissuti.

Hai raccontato la tua terra antica

col respiro dell’anima.

Col cuore.

Hai asciugato il suo pianto.

Hai ridato vigore

e tenerezza

ai tuoi “prati di nuvole

impazziti di sole.”.

Hai dato gioia all’arte.

Hai seminato amore.

          Adesso che sei luce

          e sei colore

          e sei poesia perfetta,

          il battito del cielo

          - “odoroso di timo e di ginestre”-

          ci parla del tuo cuore

          imbevuto d’azzurro

          …zeppo di stelle,

          “denso di spume

          e gonfio di carezze.”.

 

Rosalba

 

(I versi virgolettati sono di Tonino Ruiu)

 

 

"Vecchio Capraro nuorese"

 

 

Ricordando Tonino Ruiu

  

Era il mese di dicembre del 1999.

Il dolore per la morte di mio fratello Paolo- avvenuta otto mesi prima – era tale e tanto da rendere faticoso perfino il respiro.

Avevo l’anima a brandelli.

Pareva che niente e nessuno potesse riconciliarmi con la vita. Nemmeno lo sguardo  attento, preoccupato e ricolmo d’affetto dei miei figli e di mio marito.

Nemmeno quello  di mio padre…che pure soffriva due volte.

Il dolore aveva frecce di fuoco. E di quel dolore ero vittima.

Il mondo continuava ad avere il suo battito , ne ero consapevole. Ma il mio passo era fermo.

Il 23 dicembre accadde qualcosa  che ebbe la forza di trascinarmi per i capelli al tavolo della vita.

Accadde per caso. E poiché mi piace pensare – come qualcuno afferma – che il caso sia Dio che sceglie di non farsi riconoscere…accadde perché doveva accadere.

 Ricevetti un pacco, speditomi in dono dall’amico Tonino Ruiu.

All’interno, un libro scritto da Salvatore Antonio Demuro, dal titolo “ Natura e colore nelle pittura di Antonio Ruiu”.

Una dedica affettuosa dell’amico Tonino, la storia della sua vita a tante foto di alcuni dei suoi stupendi dipinti.

Proprio nel mezzo – cosa inaspettata! – varie poesie.

Non sapevo che Tonino scrivesse dei versi…

Incuriosita, cominciai a leggerne alcuni e, nonostante gli impegni del mattino, non riposi il libro prima di averli letti tutti.

 

“Nonna, c’era un profumo d’olio/nei tuoi capelli grigi./E se dimessa piangevi/

per i tuoi figli perduti/ nella bufera dei giorni/ la luce del mio cielo/ scioglieva d’incanto/ la tua nebbia autunnale.”

“Nonna/ il tuo sorriso bianco/ rischiara ancora la mia notte…” scrive nella sua stupenda “Nonna Romagna”.

 

E poi :  “Voglio tornare/ ai miei cieli bambini/ ai miei prati di nuvole/ impazziti di sole/ dove l’amore scava fiumi/ con la sua bocca di pioggia…”.

 

E ancora : “Madre nelle tue spalle stanche/ incombono gli anni/ feriti di silenzio/ i lutti neri/ gli affannati mattini/ bagnati d’ombre/ dissolti/ nella fredda nebbia del tempo…”.

 

E di seguito : “ Cantate chitarre del cielo/ stelle di luce e di fontane/ tra i rami del silenzio/ c’è il mio cuore freddo/ prigioniero del sogno…”.

Non basta : “ Ora il sogno è finito./ Come un angelo caduto / mi affanno a risalire/ i sentieri di luce…”.

 

E poi il suo mare immensocome la mia pena./ Bruciano i ricordi della notte/ come pire di silenzio…”.

 

E infine – ma non solo – la sua toccante “Pianto di stelle”.

Sono stati soprattutto  i versi di questa poesia che, per quei segni misteriosi del destino , hanno trovato la via di casa nel momento in cui la mia anima ne aveva bisogno.

Quei versi- a me così pareva- raccontavano il mio tormento :

 

“Un pianto accorato di stelle/ bagna la terra riarsa /e alimenta di zaffiri di pioggia / le fontane assetate/ che il fuoco avido/ con le sue fauci di drago ha essiccato./ E’ morta la pietà/ nei cuori di pietra.”.

 

Versi con cuore, muscoli e cervello.

Versi maturati nel sangue.

Versi ribelli.

A lettura terminata abbracciai il libro a lungo… come a volte mi accade quando il coinvolgimento è totale.

Sentii il bisogno di chiamare Tonino e, al telefono - invece di ringraziarlo per il dono e complimentarmi subito con lui-, col tono di chi si sente offeso, perché “defraudato” di qualcosa di molto importante, gli dissi:

 

“Perché  hai tenuto fino ad oggi le poesie solo per te? Ti sembra giusto? Perché non me ne hai mai parlato? Dei tuoi dipinti , tutti conosciamo  perfino le sfumature ; la forza e la maestria della tua mano è nota da sempre. Ma che tu fossi anche un poeta, credo siano in pochi a saperlo.”.

 

E senza dargli il tempo di rispondere, continuai :

 

“ Ho sempre pensato che un pittore, quando è grande realmente, è inevitabilmente anche poeta. Ma tu, credimi, sei , innanzi tutto un poeta, Da anni non incontravo più la poesia da sussulto. Non mi stupivo più. Ero ferma a Garcia Lorca, A Neruda, a Montale, A Jimenez, ad Eliot… Oggi, Tonino,  i tuoi versi hanno ripreso un discorso interrotto da tempo. Grazie di cuore…”.

 

Dall’altro capo del telefono , l’imbarazzo che intuivo, conoscendo la modestia di Tonino. E, contemporaneamente, la gioia della sua risata per l’abbraccio inatteso, forte, sincero.

E’ vero, le parole possono essere pietre.

Ma possono anche  causare, come in questo caso, un grande effetto terapeutico.

Tonino, con i suoi versi, costringendomi ad emozionarmi, mi aveva scosso dal torpore di pietra, dal freddo dell’angoscia, dal vuoto dell’assenza.

Mi sono scoperta nuovamente in piedi. Col dolore intatto, ma con la voglia di andare, più forte di prima.

Devo molto a Tonino. Per questo e per tanto altro.

Ho nel cuore mille gesti, mille momenti belli.

E’ stato un  artista straordinario.

Una persona perbene.

Un amico speciale.

Un pezzo di Sardegna se ne è andata con lui…inevitabilmente.

Ed anche se mi porterò appresso e nel cuore il suo splendido ricordo…mi  mancherà. Moltissimo  

 Rosalba

 

 

"Marilena, la figlia dell'artista, in costume sardo - olio"

 

 

L’ultima pennellata di Tonino Ruiu

 

Il pittore è morto a 83 anni. Amava i paesaggi della Barbagia

 

 

Nuoro. E’ morto il pittore Tonino Ruiu. Aveva 83 anni. L’artista si è spento all’ospedale  San Francesco dopo una lunga malattia. Diplomato a Roma, dove ha frequentato il liceo artistico e l’Accademia, Ruiu ha dato inizio alla propria attività collaborando ai giornali della capitale.

Per gli stessi organi di stampa realizzava le caricature di noti personaggi nuoresi.

Partecipa alla prima mostra collettiva nel 1941. Due anni dopo ritorna a Nuoro e allestisce la sua prima personale, che diventa la prima tappa di una lunga e brillante carriera artistica. 

Dopo la partecipazione alle mostre regionali d’arte del 1949, ’50 e ’53, partecipa con successo ad alcune edizioni delle rassegne nazionali di arti figurative. Le tappe successive, attraverso le personali e collettive, in Sardegna e in continente, suggellano il suo valore artistico, collezionando premi di prestigio e importanti riconoscimenti. 

Il realismo del dopoguerra introdusse nella pittura isolana, ed in particolare in quella tradizionale e conservatrice, atteggiamenti più consapevoli nei confronti della realtà. Tonino Ruiu fu uno dei pittori nostrani che, traendo ispirazione dall’iconografia realista, inizia a realizzare immagini che riprendono i paesaggi naturali, soprattutto le marine e i boschi, nonché personaggi veri e nature morte.

L’artista nuorese è stato anche tra i pittori cittadini che hanno aperto e gestito la prime sale e gallerie espositive in città.

Tonino Ruiu, che per diversi anni ha insegnato nelle scuole medie e superiori del capoluogo, si è sempre fatto stimare per le sua alte qualità umane e soprattutto artistiche. 

Stimatissimo in città, come nel resto dell’isola, i critici lo hanno sempre lodato e apprezzato per la sua tecnica, esaltando l’azione artistica e la limpidezza della sua produzione pittorica,  oltre che per il cromatismo delle composizioni.  Tra le più riuscite, i paesaggi, gli scorci dei boschi e rocciai delle montagne barbaricine, le splendide  marine, insieme a caratteristici angoli di tanti paesi delle Barbagie.

La comparsa dell’artista nuorese lascia un significativo vuoto nel mondo dell’arte, giusto perché toglie il grande fascino al suo mondo poetico, caratterizzato sempre da  una forte spontaneità e dalla sincerità dei suoi nobili sentimenti.

  Antonio Bassu

( da “La nuova Sardegna” del 6 dicembre 2006)

 

 

Il bandito ferito - olio- 1954

 

 

Figure che scompaiono

 

In ricordo di due amici

Tonino Ruiu- pittore

 

Questo è il ricordo di due amici, come li ho conosciuti e stimati.

Con la loro scomparsa , la cultura nuorese si è impoverita.

Parlo del pittore Tonino Ruiu e dello storico Giacomino Zirottu.

Due vite dedicate l’una all’arte e l’altra alla ricerca storica. 

Due spiriti liberi, due lavoratori instancabili nelle loro rispettive attività.

Tonino Ruiu era un amico, un amico di tutti.

Lo ricordo in due momenti topici che fotografano la sua personalità di uomo e di artista : a passeggio nel Corso Garibaldi, dove pure abitava, e dove si incontrava con chiunque potesse scambiare una parola e un sorriso; nel suo studio  di pittore dove trovava ispirazione e scaricava nella tela tensioni e fatiche del vivere. 

Il sorriso era la sua caratteristica : un sorriso aperto, cordiale,  da uomo buono.

A contatto con la gente dava sfogo al bisogno di socialità , di stare insieme agli altri, di raccontarsi vicendevolmente gioie e tribolazioni quotidiane.

Nello studio, la soffitta di via Cavour, con i quadri ancora in elaborazione addossati  alle pareti e con la luce che penetrava da finestrelle quasi all’altezza del pavimento, Tonino trovava il modo di soddisfare il bisogno che gli urgeva dentro di esprimersi pittoricamente. Macchie di colore ovunque, nelle tele, per terra, e abbozzi di quadri, grandi rappresentazioni ancora abbozzate e che prendevano forma a mano a mano che il tempo e l’ispirazione consentivano.

Lì egli trovava  la pace e la serenità d’animo, lì cancellava le ansie di ogni giorno.

Andavo a trovarlo in quella soffitta carica di ricordi e di arte, di fatica.

Mi accoglieva col solito sorriso, mi mostrava l’ultimo lavoro al quale attendeva con la solita lucidità e il solito entusiasmo.

E ricordava i tempi andati in cui si perdevano i suoi ricordi : le gite in campagna dove la natura – diceva – chiede solo di essere dipinta; la Nuoro di ieri piena di vivacità intellettuale; gli artisti suoi maestri, da Giovanni Ciusa a Carmelo Floris.

L’ultima volta che lo vidi nel suo laboratorio d’artista concludeva una grande “processione” : preferiva ora i soggetti religiosi a quelli, pur sempre imperiosi , che gli giungevano dal mondo naturale.

Lo rivedo nella sua Galleria d’arte al Corso, circondato la sera dai più fedeli amici suoi e lo rammento, ormai sfibrato nel fisico ma ancora motivato nella creatività artistica, mentre stazionava nella parte alta del Corso Garibaldi in attesa del passaggio occasionale di una persona cui confidare le sue ancora vive aspirazioni di raggiungere il bello attraverso la sua divorante passione, la pittura.

 

Gianni Pititu

(da “L’Ortobene”  del 28 gennaio 2007)

 

 

Tonino Ruiu

 

 

Una messa in ricordo del pittore Antonio Ruiu

 

 

Galtellì rende omaggio al pittore Tonino Ruiu, recentemente scomparso.

Domani , alle 17,15, nella chiesa del Santissimo Crocifisso, sarà infatti celebrata una funzione religiosa in onore dell’artista nuorese.

La comunità baroniese ha voluto questo evento per onorare un grande uomo e un grande artista che per primo ha dato il suo contributo pittorico alla festa di Santa Maria ’e Turres, tenutasi in paese lo scorso anno, dipingendo, a oltre ottant’anni, e poi donando al paese un bellissimo olio su tela raffigurante la Madonna.

Ruiu sarà ricordato anche dalla presenza di tutti i pittori che hanno dato il loro contributo alla riuscita della festa.

Ruiu si è spento il 5 dicembre all’età di 83 anni ed era considerato il decano dei pittori nuoresi.

Tra gli innumerevoli riconoscimenti , il primo Premio Nazionale “Città di Bologna” del 1948 e quello che vinse a Olbia, ricevendo l’ambito riconoscimento dalle mani del grande  pittore Pietro Annigoni.

Tra le fortunate tournee all’estero, da ricordare quella del 1977 alla Madison Gallery di Toronto, insieme al pittore Antonio Corriga.

Lo scorso febbraio, proprio nel corso dei festeggiamenti in onore di Santa Maria ’e Turre, ricevette la medaglia d’oro per meriti artistici.

 

ma.c.

(da  “L’Unione Sarda” del 3 febbraio 2007)

 

 

Tonino Ruju, pittore

 

Il 5 dicembre si è spento , all’età di 83 anni, il decano dei pittori nuoresi.

Se ne è andato in silenzio, com’era nel suo stile di vita, uno tra i grandi protagonisti della pittura sarda contemporanea.

Artista di razza, dalla salda formazione professionale, Tonino Ruiu, con la sua vita , ha segnato in modo indelebile un percorso artistico durato oltre sessant’anni.

Risalgono, infatti, all’età di circa 14 anni i primi lavori del giovanissimo Tonino, che già qualche anno prima era stato notato, per la sua precoce predisposizione artistica, dal suo insegnante, il maestro Bustianu Dessanai, che ne aveva pronosticato un fortunato percorso artistico.

Un percorso, quello di Tonino Ruiu, iniziato tra le tante difficoltà familiari e i tempi difficili sopraggiunti con la guerra, per poi giungere finalmente al diploma presso il Liceo Artistico di Roma, e finalmente alla fortunata e lunga attività artistica segnata da significative tappe.

Tra gli innumerevoli riconoscimenti sono da ricordare il Primo Premio Nazionale "Città di Bologna" de 1948, quello del 1954 a Nuoro, che lo vide come primo pittore segnalato nella "Seconda Regionale Nuorese". Nel 1961 a Olbia vinse il primo premio "Città di Olbia", ricevendo l’ambito riconoscimento dalle mani del grande pittore Pietro Annigoni; e sempre nello stesso anno , a Cinisello Balsamo , venne premiato alla presenza dei più grandi pittori italiani.

Nel 1969 è premiato con medaglia d’oro al concorso "Premio Valvassina 80" (Como) e , sempre con medaglia d’oro, alla Mostra Nazionale di Alessandria.

Tra le fortunate tournee all’estero, da ricordare quella del 1977 alla "Madyson Gallery" di Toronto, insieme al pittore Antonio Corriga.

La sua lunga carriera era stata premiata lo scorso mese di febbraio, con medaglia d’oro per meriti artistici, a Galtellì, nel corso dei festeggiamenti in onore di Santa Maria ’e Turre, e ampiamente illustrata e descritta nel recente pregevole volume "Antonio Ruju- Una vita per l’arte", curato da Leandro Muoni.

La scomparsa di Tonino Ruju ha destato viva impressione a Nuoro, dove il pittore era unanimemente stimato per le sue grandi doti umane oltre che artistiche.

Ai funerali che si sono svolti presso la Cattedrale di Santa Maria della Neve con grande partecipazione di amici e estimatori, ha portato il suo saluto il Vescovo Monsignor Pietro Meloni che, con parole toccanti, ha ricordato l’uomo nella sua arte e nella sua fede di credente, da dove ha saputo trarre ispirazione per la sua creatività sublime; quel legame di arte e fede, che negli ultimi periodi lo aveva ispirato a dipingere il suo capolavoro : "La processione di Padre Pio", omaggio di arte e di fede donato alla chiesa Cattedrale in segno di devozione alla parrocchia del quartiere che 83 anni fa lo aveva visto nascere.

Michele Pintore

(da "L’Ortobene" del 17 dicembre 2006)

 

 

 

Incanto

 

di

Rosalba Satta Ceriale

 

…e ancora ci regali

un pezzo del tuo cielo.

Limpido

come uno sguardo terso

zeppo di primavere.

Di sogni.

Di risvegli.

Di infinite presenze.

Di fremiti e di voli.

Di colori vissuti

masticati dal tempo.

E ancora lo stupore

ci sorprende e ci scuote.

                                                                   L’incanto è tutto qui:                                                                   

nelle tue tele

dove batte il tuo cuore

dove la tua poesia

diventa segno e sogno

mattino di promesse

eterea sinfonia

bellezza intatta…

 

Rosalba Satta

 

 

 

CUORE E CIELO NELL’ARTE DI TONINO RUIU

 

Dal 24 marzo al 10 aprile , nella Galleria d’arte moderna 13, a Cagliari, il pittore nuorese Tonino Ruiu, espone trenta opere inedite.

Parlare di inedito , quando si è quasi raggiunto il traguardo degli 80 anni, è , a mio parere, particolarmente significativo.

E’, infatti , sottintesa una vitalità e una robustezza interiore che,per quanto riguarda il Maestro Ruiu, conducono, inevitabilmente , a incontri corposi, intensamente vissuti e rielaborati, appassionatamente veri, emozionalmente forti.

Tonino Ruiu…stupendo artista capace, oggi più di ieri, di stupire lo sguardo e il cuore.

Io credo d’averlo ammirato da sempre. Da quando, ancora bambina , guardavo quel suo "pezzo" del monte Ortobene che era lì, davanti al mio letto e accompagnava il mio sonno e i miei sogni.

Riuscivo, attraverso poche pennellate, a "vedere" il vento, lo stormire delle foglie, il calpestio degli uomini e delle bestie, il volo degli uccelli…

Forse è nata allora la mia voglia di favola.

Forse è nata allora la mia voglia di dire in versi.

Penso , infatti , che le grandi passioni nascano da grandi emozioni, da incanti speciali . E se è vero – come è vero – che per volare è sufficiente avere le ali, è altresì vero che per scoprire nuovi orizzonti è indispensabile avere l’idea dell’infinito. Diversamente ci si ferma, o si vola intorno fino a stremarsi.

Tonino Ruiu è l’artista che scopre continuamente terre nuove e si incanta, che imbocca nuovi sentieri e non si perde, che corre e va oltre. Che vola, con i suoi dipinti e i suoi versi di seta!

"Cantate chitarre del cielo – scrive in una sua stupenda lirica – tra i rami del silenzio / c’è il mio cuore freddo / prigioniero del sogno".

"Non svegliatemi stanotte…/Lasciatemi carpire / il fresco aroma del silenzio".

E’ la poesia la tavolozza in cui Tonino Ruiu intinge il pennello che dà vita alle sue tele. I suoi versi sono un sussulto per l’anima.

Un mattino!

"Voglio tornare / ai miei cieli bambini /ai miei prati di nuvole/ impazziti di sole/ dove l’amore scava i fiumi/ con la sua bocca di pioggia".

A questi versi penso ogni qualvolta ho l’opportunità di "incontrare" con lo sguardo un dipinto di Tonino Ruiu.

Ai suoi versi vorrei che altri pensassero (la Mostra è un’ occasione ) nell’accarezzare le sue tele.

Là, tra quei colori e quei segni, c’è il suo cuore che "canta in un tripudio di luce" e il suo cielo che "iridato di porpora si scioglie in un prato fiorito di voli…".

ROSALBA SATTA CERIALE

(da "L’Ortobene")

 

Dipinto di Tonino Ruiu

"Tasselli cromatici"

 

 

A un Maestro

(a Tonino Ruiu)

 

di

Rosalba Satta Ceriale

 

dove la linea nasce

e s’imbeve di forma e di colore

…ci sei tu

che accarezzi bagliori teneri

di tramonti da favola

e di ginestre in fiore.

dove nasce il sapore

e lo stupore di sguardi tersi

…ci sono le tue mani

che frugano

tra gli anfratti dell’anima.

E dove l’ombra

si sposa con la luce e si confonde

si sente

-e il suo tepore accarezza il cuore-

il battito del tempo.

Si avverte il richiamo del vento

tra il respiro del verde

e l’ubriaco incedere di foglie

che vanno incontro all’arsura dell’ignoto

che dà senso alla vita.

 

"Paesaggio"

 

 

Dopo aver visto i tuoi dipinti e letto le tue poesie…

 

 

Così ti vedo…

(a Tonino Ruju)

 

di

Rosalba Satta Ceriale

 

E’ là

nelle tue tele

che il respiro del cielo

prende per mano il cuore.

E là

la purezza del volo,

la grande tenerezza

delle case di ieri,

e i sentieri del bosco,

e il rosso dell’autunno,

i tramonti,

ed il mare,

e il "vento palpitante",

e l’azzurra bellezza

del paesaggio solare...

E’ là

il lentischio

ed il mirto

e "i cardi e il fieno giallo" …

E’ là la luna.

La tua "luna di fonte"

…amica della vita

eterna ispiratrice di purezza.

E tutt’intorno

si muove la poesia…

I tuoi versi ribelli:

"l’ansia selvaggia

delle tue illusioni,

le tue rocce spogliate,

la chioma sciolta

della tua fontana".

La tua magia è il canto

sommesso e lieve

"d’ansie antiche"

"di fontane assetate"

"di piogge di silenzio"

"di esplosioni di sole".

Il tuo volare alto

il tuo planare

il tuo andare lontano

e ritornare

è qua :

dentro il cuore dell’uomo…

 

(I versi e le parole virgolettate appartengono a Tonino Ruju)

 

"Rocce"

 

 

L’isola accesa di Antonio Ruiu

Colori selvaggi e poesia nell’istintivo pittore nuorese

 

Se c’è un pittore che riesce a tradurre la forma in colore, quello è Antonio Ruiu. Se c’è un artista che riesce a trasferire sulla tela le emozioni di un paesaggio vissuto e goduto in prima persona, quello è ancora Antonio Ruiu. Per vedere tanto spontaneismo raccontato col pennello basta entrare in questi giorni nella "Galleria13" d Cagliari, dove il maestro nuorese espone un’esauriente rassegna della sua opera: paesaggi e nature morte, boschi e marine, ritratti e fiori, persone e case. Un mondo non ricopiato e neppure inventato, espresso attraverso pennelli e spatole che conducono un’esperienza reale all’interpretazione spirituale.

"E’ certo un Ruiu che ha rotto con la tradizione di una Sardegna arcaica", scriveva di lui Foiso Fois negli anni Sessanta, ammirandone da una parte "l’entusiasmo per gli aspetti della sua terra" e dall’altra "il colore sentito di neo-fauve con piglio impressionistico". Carattere impressionista evidentemente sviluppatosi ed evolutosi lungo un percorso che ha portato ad una decisa scelta impressionista. Forse neppure una razionale scelta: piuttosto una naturale predisposizione d’animo istintivamente esternata. Salvatore Antonio Demuro ( che assieme ad Alberto Aime ha recentemente curato un’attenta ed elegante monografia stampata dalla Società poligrafica sarda) vede nel linguaggio di Ruiu "temi e tagli compositi fattoriani" che certo gli ricordano esperienze macchiaiole.

Così come Fattori, Ruiu non rinuncia al fascino del vero; ma se il pittore livornese non rifiutava il "disegno", l’artista barbaricino sembra invece escluderlo (a partire da una maturazione che ha valore di svolta negli anni Cinquanta) preferendo l’abbozzo dagli incerti contorni e le macchie

- queste si – cariche d’effetto. Macchie vivacissime di colori densi, stratificati, spesso violenti, che descrivono atmosfere reali vissute tuttavia con realismo principalmente emotivo. Un’inconscia operazione, si direbbe, di sintesi destoricizzante. E’ appunto Demuro ad osservare che "il risultato è l’avvicinamento alla realtà assoluta e atemporale del dipinto". Sono reali, ma d’eterna dimensione, le foreste e le campagne, i cieli e i mari, le case di Lollove e Olzai, le vallate olianesi , le donne in austera posa, i fasci di fiori : ogni immagine esaltata dall’accostamento di cupi ombre e trionfanti luci, intense accentuazioni di verdi, marroni, azzurri, gialli raramente domati da sfumature. Questa "Sardegna accesa" (Demuro) che Ruiu vede, vive e interpreta con selvaggia espressione cromatica permette anche a Stanis Dessy di trovare "ascendenti fauves" in un pittore cui riconosceva il dono di una "assoluta fede nella natura come fonte inesauribile di poesia": una fede capace di fornirgli "l’impeto lirico necessario a tradurre la realtà in fantasia".Così argomentava Dessy nel lontano 1966 e non è certo casuale che accanto alla collezione di Antonio Ruiu, il gallerista di via XXVIII Febbraio abbia allineato un’altra collezione di tutto rispetto : acquarelli e oli che appunto Stanis Dessy realizzò fra il 1928 e il 1980. Accostamento interessante e utile fra il maestro scomparso e l’ex allievo diventato maestro. Due stili, due tratti, due linguaggi differenti e assai lontani l’uno dall’altro ; due momenti didatticamente a confronto (offerti fino a Pasqua) di un Novecento pittorico sardo che non si può smettere d’ammirare.

Mario Manunza

(da "L’Unione Sarda")

 

Dipinto di Tonino Ruiu

"Paesaggio marino"

 

 

IL PERSONAGGIO

 

Ruju ricorda i grandi maestri

"Il mio? E’ stato Pietro Collu"

Il decano degli artisti.

 

Nuoro. A 78 anni l’artista Antonio Ruju può ritenersi , a pieno titolo , il decano dei pittori nuoresi. C’è da dire subito che Antonio Ruju - Tonino per gli amici - la pittura l’ha sempre avuta nel sangue fin dalla nascita. Risalgono infatti al periodo delle scuole elementari le prime esperienze artistiche del giovanissimo Ruju, seguito amorevolmente dal suo insegnante Sebastiano Dessanay (Bustianu ,come lui lo ricorda) , che per primo ne intuì le doti e ne incoraggiò la vocazione artistica.

Destano stupore a distanza d’anni i lavori di quel periodo; si tratta spesso di dipinti su materiali poveri ( visto i tempi), come masonite, compensato o cartone, ma dove si notano già la basi di un promettente ottimo artista; come un fuoco che cova sotto la cenere. Sono le prime creazioni di un Ruju non ancora quindicenne in opere come "Cesto di fichidindia", e soprattutto nel ritratto di "Sa mastra Ruju", i punti di partenza di quella che sarebbe stata una brillantissima carriera. Una carriera iniziata negli anni Quaranta , quando compie il gran balzo decisivo che determinerà la sua vita. Destinazione Roma , liceo artistico, per i primi approcci con l’arte figurativa, perfezionandosi quindi all’Accademia di belle arti diretta allora da Carlo Siviero.

"Tempi difficili – ricorda l’artista – erano gli anni della guerra che mi portarono all’interruzione della frequenza degli studi". Finalmente il diploma e il ritorno a Nuoro.

L’attività nuorese dell’artista si è sempre alternata tra la pittura e l’insegnamento del disegno nelle scuole locali. In seguito arrivò il successo. L’affermazione di Ruju è confermata dall’esito favorevole di numerose mostre a carattere regionale, nazionale e internazionale : a partire dalla prima tenuta a Nuoro nel 1943, poi quella di Macomer, Tempio, Olbia (I° premio nazionale). In seguito il balzo di qualità verso Roma (palazzo delle Esposizioni), Francavilla a Mare, Reggio Emilia, Cinisello Balsamo, alla Madison Gallery di Toronto, alla University di Hamilton.

Pittore dalle pennellate decise e sicure, esprime un’assoluta padronanza della tecnica, nel sapiente dosaggio dei colori con cui crea armonie cromatiche cariche di una suggestiva bellezza. E per dirla con Enzo Espa : "Tonino ha il dono di vedere le cose, di sentire le luci, e soprattutto la dote di vedere le cose belle nei soggetti più umili della nostra natura, una roccia, un cardo, è lo stesso : dove ad altri non riesce d cogliere una sola nota interessante". L’attività dell’artista prosegue. Lo troviamo nel suo studio sul centralissimo corso Garibaldi; è impegnato nella rifinitura di una "Marina di Baronia", un soggetto a lui tanto caro proposto in diversi quadri. All’artista, che ama parlare del suo passato, abbiamo chiesto: "Chi è stato il suo maestro?". "E’ stato Pietro Collu di Cuglieri, un grande pittore,purtroppo spesso dimenticato, che ricordo con riconoscenza e gratitudine ; un vero artista". E l’amarcord di Ruju continua sul filo della memoria, ricordando i grandi pittori attivi nella Nuoro del passato, a iniziare da Antonio Ballero (di cui serba un vago ricordo di ragazzo, essendo Ballero deceduto nel 1932), a Carmelo Floris, Giuseppe Biasi, Franco Ferrari, Giovanni Ciusa Romagna, e Bernardino Palazzi, con il quale rimese sempre legato da una profonda e sincera amicizia.

Recentemente, una pregevole monografia curata da Salvatore Antonio Demuru , ha tracciato un profilo di Antonio Ruju e della sua arte pittorica, con un risvolto inedito che presenta anche un Ruju poeta, che anche con la penna riesce a trasmettere gli stessi sentimenti che affida a colori e pennelli.

E intanto l’attività dell’artista prosegue , in programma una mostra a Firenze , a Palazzo Strozzi, e altre a Torino , Trieste, Mlano e Ferrara.

Michele Pintore

(da "La Nuova Sardegna")

 

 

Monografia di  Salvatore Antonio Demuro

Casa editrice "Società Poligrafica Sarda"

 

Tra i pochi libri da tenere stretti e coccolare, e collocare in un preciso punto della mia libreria in modo che siano sempre in vista e a portata di mano, c’è la stupenda monografia "Natura e colore nella pittura di Antonio Ruju" di Salvatore Antonio Demuru , stampata dalla Società Poligrafica Sarda. In verità non è un libro, è un piccolo ,caldo universo pittorico e poetico che assorbe il lettore e lo conduce in vie mai percorse prima, attraverso colori che sono versi e versi che sono pennellate sapienti e intense.

E’ un libro che parla e che racconta, che costringe alla sosta…perché la bellezza ,quando prende la mente e il cuore, inebria e ferma il passo.

E’ un libro da assaporare. E da rivisitare… quando si ha voglia di volo, quando si ha arsura di orizzonti sconfinati. Quando si ha sete di azzurro…

Rosalba Satta Ceriale

 

 

Dipinto di Tonino Ruiu

"Azzurro"

 

 

Quando il colore diventa profumo

 

Durante un periodo trascorso a Nuoro, ho avuto l’opportunità di visitare lo studio di Antonio Ruju e, dalla penombra fresca, la Sardegna mi si è spalancata davanti, nelle opere dell’artista nelle quali il colore si fa profumo e il profumo colore : incredibili sfumature di mare sottocosta, acque talmente limpide da lasciare immaginare i più minuti sassi del fondo, e alghe odorose di salsedine e di correnti, e il bianco spuma dell’onda che si spezza e si ricompone cento e cento volte, e l’ocra rosso bruno dorata della terra e della roccia, e gli azzurri caldi di un cielo che respira il Mediterraneo e il maestrale e asfodeli e ginestre e mirto.

Mi è sembrato di riandare all’Ortobene con i suoi sentieri ombrosi, il chiocciolio delle sue fonti d’acqua chiara, il verde mutevole di alberi e arbusti , e Baddemanna con il suo sapore di cadenze perdute, e la via Maggiore, stretta fatta per l’incontro e per il conversare sereno alla fine di una giornata, e case simili a quella di Grazia Deledda con il suo giardino segreto e intatto, e gli scorci che si allargano improvvisi, a ventaglio, alla fine di stradine incastonate tra muri rassicuranti color del tempo.

L’artista, splendido autore di ritratti e di arte sacra, è, sopra ogni altra cosa, pittore cantore della sua terra : pennellate ampie come il pensiero e altrettanto varie, libere e vibranti come vele tese, immagini in cui tutto scorre sul filo delle stagioni e delle loro mutazioni, e dei momenti cardine dell’esistenza : in una natura specchio si riflettono i ritmi ancestrali dei giorni del sentimento e la profonda bellezza dell’essenzialità . poiché ciò che basta alla vita e all’arte è la vita stessa.

Adriana Gerdina

 

"Primavera tra gli ulivi"

 

 

Pittura che diventa poesia

poesia che diventa pittura

 

 

Celebrando le nozze d’oro con l’arte – cinquant’anni di operosa attività – Antono Ruju, pittore nuorese, continua ad attrarre la nostra attenzione non solo per le tecniche suggestive del sup pennello, ma anche e soprattutto per i contenuti delle sue tele, che lo fanno apparire sempre più poeta della natura, del paesaggio, del mare. Nella rappresentazione d quest’ultimo appare particolarmente significativa l’esplosione di luci e di ombre, il contrasto dei colori, la loro lucentezza, il dosaggio sapiente ed ispirato dei toni, la gioia di proporre immagini del creato, policromie che hanno del fantastico e rispondono ad un’esigenza interiore del pittore-poeta di trasmettere un linguaggio personale, che mai abbandona , è vero, i temi cari del paesaggio sardo, ma insiste nel contempo nell’offrirci smaglianti tonalità di colore, che fanno vibrare d’ immenso il significato poetico, quasi religioso delle sue opere.

Pittura dunque che diventa poesia, poesia che diventa pittura, in una espressione di valori altissimi, che sono destinati a restare eterni, proprio perché fortemente ispirati al rapporto con la natura e con tutto ciò che essa rappresenta.

Salvatore Ruju

Dipinto di Tonino Ruiu

"Cristo"

 

 

La pittura di Ruju è nata dal silenzio…

 

Fu alla fine degli anni settanta che ebbi modo , per puro caso, di vedere a Trieste un’opera di Antonio Ruju ; corsero improvvise, nella mia memoria, le parole sincere di un anziano amico, da sempre pittore, che mi diceva :

"Ogni quadro che esce dal mio studio tra le mani di un acquirente ( devo pur vivere, sosteneva quasi per guistificarsi!), è come un figlio che parte senza far più ritorno."

Ebbene,anche il delicato, persuasivo, lirico paesaggio nuorese di Ruju, che mi stava davanti, mi sembrò un "figlio errante", nato dall’intensa commozione e dal profondo amore che l’artista aveva rivolto ad un modesto borgo della sua città. Il quadro era modulato su vaporosi grigi che, stesi con magistrale perizia tecnica, si amalgamavano ad altri colori nella raffinatezza delle campiture, dei toni; la tavolozza pertanto, risultava scarna solo all’apparenza! Una data, grumo pallido accanto alla firma, testimoniava che l’opera era del 1955. Provai, in quel preciso momento, e io credo con ferma convinzione, la stessa impotente malinconia che l’artista aveva vissuto nella contemplazione di quel luogo caro, di quello spazio, sensibile, più di altri, ai valori dell’atmosfera, delle tradizioni , della vita, in sintesi. Fui pervaso da una sensazione fuggente e per certi aspetti indefinibile; quasi da un’onda lieve o, meglio, dalla sua eco lontana, resa viva da un poeta, da un uomo che ha fatto dell’Arte la propria ragione di vita, subendone il destino e donando agli altri, a piene mani, la sua bellezza. Dalla materia di quello scorcio silente - nel quale pochi suoi concittadini collocati scenograficamente nella via appaiono fantasmi del tempo - ricevevo l’ impressione che il pittore si era devotamente inchinato alla sua Terra, ai suoi ricordi e , prima di trasporre i pigmenti sulla tela, era stato guidato dalla Fede in una dimensione percepita, misurata e tesa al sublime dal sentimento cristiano.

Caratteristica comune a tutta la sua pittura, se andiamo a ripercorrere cronologicamente un iter di cinquant’anni nei quali Ruju ha affrontato con lo stesso severo impegno generi pittorici diversi ugualmente amati : ritratti di amici, di persone vicine, di familiari, autoritratti ( si pensi a quelli giovanili eseguiti all’età di sedici, diciassette anni), nature morte, arte sacra. Osservai dunque con estrema attenzione quel quadro che mi piaceva carpendogli ogni pennellata, analizzando curioso la "pulizia" di trasparenti velature ma con il timore, tuttavia, di vanificare la prima emozione, l’incanto latente, ma vigoroso, epidermico, dell’impatto.

La pittura di Ruju mi lasciò, infine, un ricordo indelebile.

Questa occasione di scrivere qualche riga sul suo universo artistico, mi ha permesso di rivedere, tra numerose altre opere, anche il paesaggio urbano nuorese; le sue note di colore, a distanza di anni, vibrano come allora, ma non parlano più ad uno studente universitario, bensì ad un uomo che ama la pittura con maggiore consapevolezza poiché gli anni, la maturazione, accrescono le esperienze.

Gli splendidi oli eseguiti da Ruju ad Oliena, a Mamoiada, osservando il lavoro dei contadini nella Valle del Cedrino o i mandorli in fiore in quella di Baddemanna, ci raccontano di un’isola, della sua profonda cultura, delle origini della sua gente, della sua storia.

La pittura di Ruju è nata dal silenzio e nel silenzio rientra anche quando egli usa colori violenti in libere stesure di gialli zafferano, di cadmi chiari, di terra bruciata, di verdi smeraldini o di blu oltremare; colori di cui parlano le stagioni… E se la sua prima maniera fa giungere spontaneo il richiamo ai Fauves o a certa pittura di Ennio Morlotti, oggi Ruju ha trovato equilibri di sintesi pittorica in uno stile coerente e personale ; la sua continua volontà di migliorare, di confrontarsi con altri colleghi, è sempre animata da fervore giovanile.

Avvenne nel 1941 il suo debutto in una rassegna nazionale; proprio in quell’anno Ardengo Soffici, nelle pagine di "Selva", così scriveva:

"L’Arte comincia dove l’imitazione della natura è regolata dalla fantasia, dal sentimento poetico e volta all’espressione e alla bellezza mediante lo stile".

Le sono profondamente grato, caro pittore sardo, di avermelo fatto ricordare.

 

Walter Abrami

 

 

"Ulivi a Baddemanna"

 

 

Tonino Ruiu, l'arte sarda e il suo decano

 

 

A distanza di dieci anni dalle ”nozze d’oro” con l’arte, Tonino Ruiu, il decano dei pittori sardi ha raccolto buona parte della sua produzione nel suggestivo studio di via Aspromonte, a Nuoro. Una mostra antologica di oltre 150 dipinti, tutti olio su tela, molti di notevoli dimensioni, inaugurata il 16 maggio e visibile ancora per qualche giorno.
La produzione artistica parla, con linguaggio limpido, di vocazione ispiratrice, espressività creativa, dinamismo evolutivo, autentica genuinità, sentimento poetico. Il tutto impreziosito da un gioioso gioco cromatico saggiamente e armoniosamente amalgamato. Una pittura che già al primo impatto, sprigiona una particolare maestosità, da cui traspare schietta, l’identità delle persone e delle cose. È lo scavare in profondità ogni angolo della natura permette all’occhio del pittore, di recepire tutto ciò che desidera offrirgli.
Per questo egli si lascia docilmente coinvolgere dall’aspetto caratterizzante dei paesaggi e delle montagne, dei boschi e delle valli, dei mandorli e degli ulivi, delle marine e delle scogliere, dei fiori e dei frutti, rincorrendoli, all’alba e al tramonto, per imprigionarli nelle sfumature più affascinanti dell’intersecarsi delle fasi stagionali. Nasce così l’arte della natura e del colore del pittore-poeta. «Il mio mondo è qui, fra queste rocce spogliate e selvagge, tra il verde cisto, i cardi e il fieno giallo», scrive Ruiu.
In ogni suo lavoro è evidente l’attaccamento alla terra di Sardegna e a quella barbaricina in particolare, di cui non tralascia di ritrarre la composta fierezza di donne e uomini, che indossano il costume della festa. E.che dire del sentimento religioso? L’occhio si inebria nella visione di emozionanti processioni, stazioni della Via Crucis, fra cui spiccano la Deposizione del Cristo e la Spartizione delle sue vesti. Accanto il volto impietrito, ma carico di speranza, della madre. L’aspetto pedagogico di Tonino Ruiu mira alla salvaguardia della natura e delle radici della cultura sarda, per consegnare uno spaccato di storia a respiro universale. La stessa che appartiene a ciascuno di noi e che sarebbe da irresponsabili lasciare in balia dell’oblio.

Mariangela Contu

 

 

Antonio Ruiu : pittura come poesia

 

 

Chi ha avuto in sorte , non dico di nascere ma anche solo di trascorrere l’infanzia e l’adolescenza a Nuoro, è segnato a vita da questo lembo di mondo.

Dal suo ambiente umano e culturale.

Dal suo paesaggio fisico e interiore.

Dalla sua anima e dalla sua ombra.

E chiunque sia salito sulla cima del monte Ortobne- la montagna "sacra", simbolo del Nuorese – e abbia allargato lo sguardo all’orizzonte sopra uno dei panorami più belli della terra, fra le poderose chiostre dei monti di Oliena e Dorgali, il Supramonte di Orgosolo, monte Spada, monte Gonare, l’altipiano di Macomer, i monti di Lula, monte Tuttavista e il vaporoso miraggio del mare, non dimenticherà mai più nella sua vita una simile veduta.

Buona parte della semantica poetica degli artisti nuoresi sta inscritta lì, entro quello straordinario giro d’orizzonte, dove la solennità degli spazi si accoppia alla nostalgia dell’infinito e alla malinconia di un impossibile paradiso terrestre. Tutti i veri poeti di questa terra barbaricina sono impregnati di tale fascino, in un modo o nell’altro : sia i poeti della parola sia i poeti della visione.

Tonino Ruiu è sicuramente fra costoro.

Per oltre un cinquantennio egli ha perlustrato con i suoi pennelli un simile orizzonte, si è aggirato per questo impossibile paradiso terrestre o, per meglio dire, per questo incantevole purgatorio, fatto di pietra e mare, di terra e cielo: come un’anima pellegrina innamorata della vita, che non avesse fretta di "purgarsi" e di "salir a vedere le stelle", ma anzi desiderasse prolungare il proprio attaccamento a tali luoghi e a tali residenze del cuore. Ed ecco che egli si affatica, ma non si stanca, di rifare il medesimo motivo, variandolo e reinventandolo ogni volta come la prima volta. Lasciandovi impressa anche una sofferenza sottile, e gentile, la quale permea tutti i suoi quadri. E che si esprime in una sorta di lirica cantabilità delle linee e del colore. Sofferenza. Sofferenza circonfusa. Forse a causa del peccato originale che si è fatto materia, storia e memoria di quel mondo, minacciandolo dal di dentro. Che si è fatto destino. Un destino spesso di lutto, di pianto e dolore, da cui prodigiosamente però non si disgiunge quella medesima terra di sogno. Giacché la salvezza che l’anima ricerca, aggirandosi per cosiffatta montagna del purgatorio, ha sede elettiva proprio qui : nel paradiso dello sguardo. Nei suoi cangianti paesaggi, nelle marine, nelle campagna, negli alberi, nei tetti e nelle rocce, nei volti umani e naturali, Ruiu asseconda una movenza ottico-percettiva, emotiva, immaginativa, che ogni volta è mutevole e varia; e al tempo stesso realizza la struttura dell’immagine, come a volerla perpetuare. Riscrivendola e trasponendola talvolta nei suoi versi : Ul pictora poesis.

Il paesaggio nuorese è il suo tema prediletto, quasi un tema obbligato.

Tale paesaggio è ricreato dal vivo, dal vero: ma al tempo stesso evocato dal di dentro. Si combinano infatti felicemente nell’opera artistica di Ruiu

- per dirla con una celebre coppia semantica – materia e memoria. Natura e sguardo. Impressione ottica ed espressione intima. Organicità e astrazione. Emozione a struttura.

Questo accoppiamento di opposti viene realizzato da Ruiu sulla tela mediante un uso quasi astratto del colore, che non annulla però le sue caratteristiche naturali, a cui spetta la funzione emotivo-espressiva; e mediante una composizione e un tratto dalla vaga impronta geometrizzante, ai quali è demandato il compito della forma.

Forma e colore sono nell’opera di Ruiu inscindibili, indissolubili. L’uno si attua e si rispecchia nell’altra. E così reciprocamente. Ecco perché all’origine del linguaggio artistico di questo nostro pittore possiamo ravvisare , oltre naturalmente all’orma di tutte le grandi figure aurorali dell’impressionismo e dell’espressionismo, soprattutto il segno dei due luminosi paradigmi dell’arte contemporanea., nei quali forma e colore s’incontrano in maniera modernamente emblematica :Cezanne e Matisse. Il colore in Ruiu è sempre struttura formale, la forma compositiva è sempre emozionale intenzionalità. Il paesaggio nuorese, con le sue spazialità timbrico-tonali, le sue tessiture chiaroscurali , gli è penetrato dentro, nelle interne fibre, con tutta la sua disperata nostalgia di memoria , la sua malinconia – come ha ben individuato Salvatore Antonio Depuro, nelle bella e illuminante monografia dedicata al pittore e al poeta , dal titolo che dice sinteticamente quali siano in ultima analisi le ragioni ispirative della sua arte : "Natura e colore nelle pittura di Antonio Ruiu".

Naturalismo e lirismo si combinano così nella tavolozza di questo nostro autore, facendolo sentire e apprezzare come uno dei maestri classici, modernamente intesi, del genius loci nuorese. Interprete sensibilissimo e rinnovatore delle affinità parallele che, in misure e maniere segrete, si effondono dalle lontane – eppure a noi vicine – atmosfere poetiche e dal gusto figurativo di certi paesaggi dell’anima sattiani e deleddiani.

Gusto e atmosfere, le quali rendono Antonio Ruiu il sapiente e ispirato colorista di questa "forma mundi" la quale circola aerea nel giro dell’orizzonte che possiamo sempre ammirare dall’alta terrazza ai piedi della statua del Redentore.

Leandro Muoni

 

 

la personale del pittore nuorese Tonino Ruiu

Tonino Ruiu e Rosalba Satta

 

Il 22 maggio , in via Aspromonte 55, è stata inaugurata – e rimarrà aperta fino al 22 giugno - la personale del pittore nuorese Tonino Ruiu, "fedele interprete – così si legge ne "La Nuova Sardegna" - dell’anima sarda e soprattutto degli straordinari colori dei paesaggi marini e montani nostrani".

Esserci è stato, per me, un privilegio.

Immediata e netta è stata la sensazione di incamminarsi nel ventre della bellezza.

Si sentono e si toccano i colori, i sapori, i profumi di una terra – quella sarda – che pulsa, che racconta e che raccoglie nel suo grembo senza nulla chiedere in cambio.

E tutt’intorno la spiritualità, la religiosità, l’incanto di un artista capace di dare voce e sussurri al vento, alle onde, ai misteri del mare, al calpestio dei vicoli di ieri, allo stormire delle foglie, all’alito di primavere azzurre, alla passione di un Cristo che respira e, perciò, rattrista e, contemporaneamente , rasserena … coinvolgendo totalmente la mente e il cuore.

Nell’andare via, ci si sente cambiati. Migliori, con addosso un’emozione, una sensazione di positività davvero lubrificante, e necessaria, oggi più di ieri, per un bisogno di riconciliazione con un mondo che pare aver smarrito o rinunciato alla propria spiritualità.

Tonino Ruiu ci ricorda – con i suoi straordinari dipinti e con la sua anima e la sua voce di poeta vero – che così non è.

Grazie Maestro!

 

Rosalba Satta e Giuliana Dui , moglie di Tonino Ruiu

 

Giuliana a 15 anni

olio 40x50
 

 

Arte. La mostra in via Aspromonte

 

Le opere di Ruju, 60 anni di pittura dell’artista decano

Nuoro. Grande appuntamento con l’arte con l’esposizione delle opere di Tonino Ruiu, nella galleria d’arte di via Aspromonte 55.

Si tratta di un appuntamento di grande livello artistico , con uno dei più grandi nomi della tradizione pittorica sarda, ancora in feconda attività nonostante le 81 primavere sulle spalle.

Il decano della pittura nuorese espone le sue opere della vecchia e nuova produzione, che rappresentano la sua evoluzione artistica.

Un’evoluzione maturata in oltre sessant’anni di esperienza artistica, ricca di premi e riconoscimenti nazionali ed internazionali, di questo che si può definire un pittore di razza.

In mostra i suoi soggetti che ormai lo hanno reso famoso, come le inconfondibili vallate di Baddemanna, dove cascate di verde in tutte le sue varietà si rincorrono tra succose pennellate di ocra e terra bruciata.

 

E ancora marine; tante marine delle nostre coste, dove si stemperano armonie cromatiche di azzurri intensi, e verdi trasparenze smeraldine.

         

E nature morte, e vasi con fiori che si fanno ammirare per la loro lucentezza e pastosità delle tinte. Ma non mancano le figure umane, con giovanette dai delicati visi incorniciati dai veli dei caratteristici costumi tradizionali sardi.

     

E la Sardegna è sempre presente nella pittura del maestro; da essa attinge a piene mani, per trasportare la sua arte con magistrale perizia tecnica di elevata forza coloristica sulla tela ; quest’artista di cui il grande pittore Bernardino Palazzi ebbe a scrivere : "Ci tengo a sottolineare che pittori come Tonino Ruiu, nel panorama artistico contemporaneo diventano sempre più rari, e quindi preziosi. E di questo bisogna tenere conto .".

Michele Pintore

(da "La Nuova Sardegna" del 12 giugno 2004)

 

Foto scattata in occasione dell'inaugurazione della mostra personale
(22 maggio 2004)

 

 

 

Galtellì a margine dei festeggiamenti di S. Maria ’e Turre

 

Premiato il Pittore Tonino Ruiu

 

Galtellì. Si sono conclusi i festeggiamenti in onore di Santa Maria ’e Turre, tenutisi presso la Parrocchiale del S.S. Crocifisso, sotto il priorato di Pina e Angelo Roich, dal 3 al 12 febbraio.

La giornata clou , che si è tenuta domenica 12, alla presenza del Vescovo Pietro Meloni, il sindaco Renzo Soro, i priori Roich, il parroco Salvatorangelo Nieddu e la professoressa Francesca Pirodda, storica dell’ arte, è stata aperta con una affollata processione per le vie dell’abitato e la messa solenne, a cui ha fatto seguito la premiazione dei concorrenti al concorso di pittura ispirato alla Madonna ’e Turres e uno speciale riconoscimento al pittore nuorese Tonino Ruiu per una sua opera presentata.

Il premio, nell’intenzione degli organizzatori, vuole essere un degno riconoscimento all’attività ultrasessantennale dell’artista, decano dei pittori barbaricini, ritenuto uno dei massimi artisti sardi, che ha realizzato un percorso che abbraccia gran parte dell

a storia dell’arte della nostra terra.

Il premio consiste in una pregevole medaglia d’oro e un’ artistica pergamena con la seguente motivazione :

"Per il percorso artistico di Antonio Ruiu, frutto di intensa attività spirituale, che si fonda su una lunga e elaborata ricerca dei colori e delle forme. Gli effetti cromatici di impareggiabile bellezza diventano materia, figura, forma astratta, paesaggio e infine pura poesia pittorica.

E’ un artista dalla sensibilità raffinata, proteso verso la conoscenza del mondo, in particolare della sua terra , da annoverare fra i grandi protagonisti della pittura sarda contemporanea."

Michele Pintore

 

 

A Tonino Ruiu

 

Tue das a sa peraula su colore

e su colore lu pintas in sa tela,

ses che in mare apertu barcavela

ispinta dae su ventu de s’amore.

Sa poesia chi cantas est candela

chi no l’istudat mancu su lentore,

su frittu , sa tempesta o s’astraore

de notte iscurigosa in sa carrela .

 

Sa lirica a su sambene est fervore,

de profundu sentidu chi rivela(t) ,

a s’animu colpidu ’e su pintore,

sa visione cara de un’anghèla,

sos ortos e sos buscos in fiore,

su piantu ’e s’anzone cando mela(t).

Hin salude!

 

Gesuino Curreli

 

 

Il tuo ricordo

 

(A Tonino Ruiu)

 

Hai vestito la terra del tuo cielo.

Hai raccontato

“la sabbia delle aurore

le primavere azzurre

gli infiniti mattini bagnati d’ombre”

e densi di speranza.

Hai sussurrato

il pianto della madre

il suo cuore affannato

e “le sue mani bianche

e le sue spalle

cariche

di fatiche e lutti neri”.

Nel fiume dei tuoi versi…

i “sentieri di pietra”

“le forre

dove irrompe l’astore”

le “albe adamantine di rugiada”

le tue “rocce granitiche e selvagge”

…e il canto del tuo vento.

Hai vestito la terra

del sapore del sogno.

Le tue “valli d’amore”

riportano i tuoi passi

sussurrano bellezza

regalano  respiro alle parole

e voce ai gesti.

“Nella tela polverosa del tempo”

 limpido

 il tuo ricordo

racconta versi e dice

e  ricopre di  note

le tue tele

…gradazioni dell’anima

e del cuore.

 

(Rosalba Satta)

 

I versi virgolettati sono di Tonino Ruiu

 

 

Tra i muri color del tempo

 

Durante un periodo trascorso a Nuoro, ho avuto l’opportunità di visitare lo studio di Antonio Ruiu e, dalla penombra fresca, la Sardegna mi si è spalancata davanti , nelle opere dell’artista nelle quali il colore si fa profumo e il profumo colore : incredibili sfumature di mare sottocosta , acque talmente limpide da lasciare immaginare i più minuti sassi del fondo, e alghe odorose di salsedine e di correnti,

e il bianco spuma dell’onda che si spezza e si ricompone cento e cento volte, e l’ocra rosso bruno dorato della terra e della roccia , e gli azzurri caldi di un cielo che respira il Mediterraneo ,e il maestrale e asfodeli e ginestre e mirto.

Mi è sembrato di riandare all’Ortobene con i suoi sentieri ombrosi , il chioccolio delle sue fonti di acqua chiara, il verde mutevole di alberi e arbusti, e Baddemanna con il suo sapore di cadenze perdute , e la Via Maggiore , stretta, fatta per l’incontro e per il conversare sereno alla fine di una giornata , e case simili a quella di Grazia Deledda con il suo giardino segreto e intatto, e gli scorci che si allargano improvvisi , a ventaglio , alla fine di stradine incastonate tra muri rassicuranti color del tempo .

L’artista , splendido autore di ritratti e di arte sacra, è, sopra ogni altra cosa, pittore cantore della sua terra : pennellate ampie come il pensiero e altrettanto varie , libere e vibranti come le vele tese, immagini in cui tutto scorre sul filo delle stagioni e delle loro mutazioni , e dei momenti cardine dell’esistenza: in una natura specchio si riflettono i ritmi ancestrali dei giorni del sentimento e la profonda bellezza dell’essenzialità: poiché ciò che basta alla vita e all’arte è la vita stessa.

Trieste – Maggio 1994

Adriana Gerdina

( Da " Antonio Ruiu- Una vita per l’arte" di Leandro Muoni)

 

 

Mostra collettiva di pittura alla sala Cao

 

L’arte di Tonino Ruiu , Giovanni Cau, Ortensia Celeste e Adriana Zamperi

 

Dal 7 dicembre e per tutto il periodo compreso tra feste natalizie e di capodanno, grande appuntamento con l’arte ad Oliena presso la sala mostre Cao di via Grazia Deledda .

In mostra opere di Tonino Ruiu, Giovanni Cau, Ortensia Celeste e Adriana Zamperi.

L’importante appuntamento artistico che vede in mostra le opere dei quattro validi pittori, si apre con l’arte di Tonino Ruiu. Vuole essere questo anche un doveroso omaggio nei confronti di un Maestro indimenticato, un artista che è stato tra i più grandi protagonisti dell’arte in Sardegna, ad un anno dalla sua scomparsa.

L’ artista, decano dei pittori nuoresi , infatti veniva a mancare esattamente un anno fa, il 5 dicembre del 2006 , all’età di 83 anni .

La scomparsa dell’artista ha lasciato un grande vuoto, sia per le sue grandi doti umani che artistiche .

"Quanto Ruiu sia amato e stimato a Nuoro, oltre che come artista anche come uomo - scriveva Martino Casalini - , ho potuto verificarlo nella gara di amicizia e solidarietà espressa nei suoi confronti".

"Un vero pittore – lo definì nel 1970 il suo grande amico e collega Bernardino Palazzi - . La passione autentica e sincera, la conoscenza tecnica perfetta e l’amore per questo meraviglioso mondo che lo circonda (la Barbagia) da cui trae continuo stimolo per la pittura, lo colloca tra i migliori e più coscienziosi pittori di Sardegna".

(omissis)

Michele Pintore

(Da "L’Ortobene" 9 dicembre 2007)

 

"Una vita per l’arte"

 

E’ fresco di stampa il volume "Antonio Ruju- Una vita per l’arte".

Si tratta di una poderosa opera monografica, curatissima nella veste tipografica, opera di Leandro Muoni, dedicata a uno dei più rappresentativi nomi dell’arte pittorica sarda, nonché decano dei pittori nuoresi in attività.

"Chi ha avuto in sorte , non dico di nascere, ma anche solo di trascorrere l’adolescenza a Nuoro, è segnato a vita da questo lembo di mondo . Dal suo paesaggio fisico e interiore, dalla sua anima, e dalla sua ombra . Antonio Ruju è sicuramente tra questi".

Così scrive Muoni nella presentazione dell’opera.

E’ la conferma di quanto scriveva nel 1971, il grande pittore Bernardino Palazzi : "Nuoro è un paese fatto apposta per produrre artisti! E, intendiamoci , artisti – aggiungeva – di finissimo ingegno, di acutissima intelligenza, unita a una preparazione seria e profonda".

"Una vita per l’arte", come riporta il sottotitolo, poche volte come in questo caso, è da ritenersi un termine appropriato per questo che si può definire un pittore nato, che per oltre sessant’anni ha dato tutto per l’arte, facendone una ragione di vita, e ancora si sente di dare tanto alla sua terra .

Il libro ripercorre le tappe artistiche con numerose immagini fotografiche cariche di ricordi . Sono immagini della memoria che lo ritraggono a fianco dei più grandi maestri del passato, in campo nazionale e regionale, come Bernardino Palazzi, Pietro Annigoni, Mario Delitala , Aligi Sassu, Costantino Nivola e Costantino Spada, grandi nomi con cui rimase sempre fraternamente legato per motivi affettivi oltreché artistici .

Il volume, che presenta oltre 240 splendide immagini policrome, è corredato da numerose note critiche .

"Raccontare una vita spesa per l’arte – scrive Salvatore Ruju nella prefazione – può significare raccogliere in una monigrafia testimonianze di una o più stagioni vissute nella ricerca delle luci , immagini della natura e del mondo da immortalare sulla tela per esprimere ispirazioni e sentimenti di un io creativo e geniale".

Danno lustro alla pubblicazione, testimonianze di grandi nomi nel campo artistico .

"La passione autentica e sincera , la conoscenza tecnica perfetta, e l’amore per questo meraviglioso mondo che lo circonda, da cui trae stimolo per la sua pittura, lo colloca – scriveva Bernardino Palazzi nel 1971, presentando la sua opera – a mio modesto giudizio, tra i più coscienziosi pittori della Sardegna. Ci tengo a sottolineare – aggiungeva – che veri pittori come Antonio Ruju nel panorama artistico contemporaneo, diventano sempre più rari, e quindi preziosi . E di questo – concludeva – bisogna tener conto".

"La pittura di Ruju è una pittura d’entusiasmo per gli aspetti della sua terra – scriveva Foisio Fois – e per il colore sentito di neo-fauve con piglio impressionistico. Siamo alla presenza – concludeva – di un artista serio e preparato".

Michele Pintore

(Da "L’Ortobene" del 20 marzo 2005)

 

 

Alla Cittadella di Cagliari la Rassegna "Materia e forma"

 

Fino al 31 gennaio alla cittadella dei Musei di Cagliari è allestita "Materia e forma III" , rassegna internazionale di pittura e scultura con appuntamenti letterari e musicali. In mostra 150 opere di 43 artisti e 3 personali delle pittrici sarde Angela Maria Giulia Panunzio e Anna Sblendorio Marchetti . Espongono anche Tonino Ruiu, Elio Pulli, Gabriella Porri, Aline Spada, Grazia Corraduzza, Maria Rosaria Demuro e Rita Mileddu.

La mostra, organizzata dal centro culturale "Europa arte contemporanea" di Roma, con il patrocinio del Consiglio Regionale della Sardegna e della Fidapa, è visitabile dalle 9,30 alle 13 e dalle 16,30 alle 20.

 

( da "godot news- quotidiano di informazione culturale e di spettacolo"- 20 dicembre 2004)

 

Mostra di quadri e affreschi del seicento a Oliena

 

Nella parrocchia di Sant’Ignazio di Loyola sono in esposizione quadri e affreschi del seicento . In evidenza è il retablo attribuito a un anonimo pittore del secondo quarto del Cinquecento, passato alla storia come il Maestro di Oliena e un quadro raffigurante una Madonna in trono con dei santi .

I visitatori troveranno altre interessanti opere, in particolare una deposizione del pittore Bernardino Palazzi, un San Sebastiano del pittore nuorese Tonino Ruiu,

e la serie dei quadri di una Via Crucis, opera della pittrice Liliana Cano , che è anche l’autrice di un’ "Ultima cena".

La mostra comprende anche gli affreschi seicenteschi che stanno venendo alla luce da sotto l’intonaco dell’antica chiesa di Nostra Signora d’Itria e diverse statue lignee, come quelle di Sant’Ignazio di Loyola e di San Francesco di Sales, entrambe damascate in oro , appartenenti al XVII secolo.

 

(Da "godot arte")

Tonino Ruiu in compagnia degli amici Beniamino Palazzi e Gesuino Curreli

 

 

Ho sempre letto negli occhi di Tonino e di Giuliana lo stesso "tipo" di amore che, fin da piccola, avevo scoperto nello sguardo dei miei genitori.

Un amore assoluto. Tanto che mai poteva sorgere il dubbio che potessero vivere separatamente. Il loro amore -quello dei miei genitori e quello di Tonino e Giuliana - è stato un amore riservato e , contemporaneamente, visibile . Denso, corposo, sanguigno…

Non mi ha, perciò, sorpreso leggere l’articolo scritto da Gianni Pittitu che conferma – se di conferma c’era necessità – quanto l’intensità di un sentimento possa rendere più agevole e fecondo il cammino nel sentiero dell’Arte.

Rosalba

"Conquistata dall’arte e dalla dolcezza"

di

Gianni Pittitu

 

Era una sua alunna, quando Tonino Ruju insegnava alle Magistrali.

Giuliana Dui , che si è diplomata e poi laureata , è diventata compagna di vita del suo professore. La signora Ruju ricorda :

" Non è stato a scuola che è nato l’amore. Ci siamo incontrati anni dopo, ultimati i miei studi, a una festa di battesimo a Lula. Lui insegnava allora al liceo scxientifico e all’istituto per geometri. Ci siamo sposati nel 1961".

Giuliana Dui parla del marito con molto trasporto.

"Sin da piccola sono stata abituata - dice - a guardare le persone dentro, per quello che valgono davvero. Lui mi è apparso subito serio, buono, dolce . Poi si è rivelato padre esemplare e confermato - l’avevo ammirato prima ancora di sposarlo - artista fecondo ed illuminato. Andavo a vedere le sue mostre – continua – mi piaceva l’arte, la sua storia . A scuola era una delle mie materie preferite. Ma lui ha fatto crescere in me questa passione ."

E racconta quanto lei sia stata di stimolo nel lavoro quotidiano del marito pittore.

"Voglio che dipinga - confessa - perché sia felice. Lavorando diventa gioioso, contento di se stesso".

Poi ammette che è sempre lei il giudice più severo dei quadri che Tonino Ruju crea di continuo. Infatti lui conferma:

" Quando un mio quadro riscuote l’approvazione di mia moglie, posso star sicuro che è valido sotto tutti gli aspetti . Di lei mi fido ciecamente."

Lei descrive con molta perspicacia il lavoro di pittore del marito :

"Lo osservo con piacere mentre dipinge .E’ rapido quando trova l’ispirazione… Faccio finta di essere distratta ma mi accorgo di tutto : dei suoi ripensamenti, dei suoi dubbi, delle sue certezze. Quando il quadro lo soddisfa è felice . I dipinti più belli li ha realizzati di getto".

Tonino Ruju ricorda, a questo proposito , come in una sola notte abbia concluso lo studio per la tela "L’adorazione dei pastori", dopo giorni e giorni di titubanze.

"La mia - afferma Giuliana Dui - è stata un’esperienza di vita bella, ricca di emozioni, intensa… a fianco di un marito artista. Io lo invito a dipingere perché so che solo dipingendo si sente bene anche fisicamente. Ma quando mi accorgo che è stanco o che l’ispirazione si attenua, lo invito ad uscire, a incontrare gli amici, a distrarsi. Essere moglie di un pittore come Tonino, per me ha significato vivere

l’arte , toccarla con mano, godere delle sue meraviglie".

 

(da "L’Unione Sarda" del 4 maggio 2003)

 

 

Loculas e colores

(Dedicata a Tonino Ruiu)

 

Toninu

de sa campanna che juchet in coro

sas bellesa, profumos e colores.

Non fachet cuadru forAs de Nugoro

chi trascuret de sartos su lucore

e che l’annaghet a sa prata e a s’oro

rujos framantes, birdes e grogore.

Tottu sa terra , dae Badu ’e Merzioro

a Su Crastu, Su Grumene e Olìana

non podet esser mezus, ca mezzana

non paret sa cussorja ’e Baddemanna .

Mancu sa lacana ’e sa Tanca Manna

li cambiat su colore ’e sa locura

a ocros de chie colat chin tristura.

(Salvatore Ruju)

 

Traduzione

 

Tonino

porta in cuore le bellezze

i profumi e i colori della campagna.

Non dipinge un quadro fuori di Nuoro

senza mettere in luce lo splendore dei campi

anzi unisce alla loro lucentezza

rossi fiammanti, verdi e gialli.

Non potresti vedere campi più belli

Da Badu Merzioro a Su Crastu,

da Su Grumene a Oliena, a Baddemanna.

Nemmeno il confine di Tanca Manna

modifica il colore di quel paesaggio

agli occhi di chi lo varca

rimembrando con nostalgia il passato.

 

 

I sentieri di luce del Maestro Tonino Ruiu

 

 

L’addio terreno del pittore-poeta Tonino Ruiu risale a poco più di due anni addietro. Era un freddo giorno di dicembre, ma l’animo e il cuore  di coloro che andarono a porgergli l’ultimo saluto erano caldi e pieni della bellezza  e della poesia dei suoi dipinti. Lo si intuiva  dagli atteggiamenti, dal religioso silenzio e dagli sguardi carichi – tutti -  di malinconica tenerezza per il “volo” di un artista vero, che tanto aveva realizzato e donato con una maestria e una generosità quasi disarmanti.

A distanza di tempo, quando il lutto può essere più facilmente elaborato ,  diventa quasi inevitabile domandarsi non per quanto tempo si sia vissuti, ma come sia stata la vita  di coloro che  ci hanno lasciato. “Di un libro o di un film – ha scritto qualcuno -  non ci domandiamo mai se è lungo, ma se è bello. Così dovremmo  iniziare a pensare della vita…”

 E la vita del Maestro Ruiu è stata un susseguirsi di incanti .  Una vita straordinaria , intensamente vissuta  sempre a contatto con l’arte. Più esattamente : il suo contributo pittorico  ha lubrificato e rinvigorito l’arte, in un continuo rincorrersi di linee e colori tali, spesso, da incantare lo sguardo e arricchire il pensiero.

Nelle sue tele continua a stormire il vento, continuano a fiorire le primavere azzurre di Baddemanna,  continuano a produrre musica le onde delle sue marine  imbevute di lentischi e di tramonti, sussurrano  i suoi boschi di querce, i suoi paesaggi rossi, i suoi arbusti, i vicoli di ieri…perché – come ha ben osservato Mariangela Contu – “Tonino Ruiu  mira alla salvaguardia della  natura e delle radici  della cultura sarda , per consegnare uno spaccato di storia a respiro universale. La stessa che appartiene a ciascuno di noi e che sarebbe da irresponsabili  lasciare in balia dell’oblio…”

Il pennello del Maestro Ruiu ha sempre tratto linfa e vigore da un sentimento religioso profondissimo e da un animo  impregnato di poesia. E Poeta lo fu realmente. Tanti dei suoi versi arrivano al lettore con la forza terapeutica di un abbraccio:

“ Voglio tornare / ai miei cieli bambini / ai miei prati di nuvole / impazziti di sole / dove l’amore scava fiumi / con la sua bocca di pioggia…”. E ancora : “Cantate chitarre del cielo / stelle di luce e di fontane. /   Tra  i rami del silenzio / c’è  il mio cuore freddo / prigioniero del sogno…”

Tonino Ruiu è stato considerato  grande artista  dai più prestigiosi nomi dell’universo  artistico  : Palazzi, Annigoni , Delitala, Sassu , Nivola, Spada…e innumerevoli  sono stati i premi  - nazionali e  internazionali  - e gli attestati ricevuti .  Ma non è ciò che realmente conta , anche perché  i riconoscimenti sono inevitabili  nei confronti di chi, come lui,  ha dato lustro  alla nostra terra e all’arte.  La magia della sua pittura e della sua poesia  è stata quella di coinvolgere  emotivamente  lo spettatore e il lettore sconosciuto , che dei suoi versi e dei suoi dipinti aveva necessità e se ne è nutrito… per poi sentirsi migliore.

Mi piace concludere  con alcuni suoi versi che sono un commiato  e, insieme ,  la consapevolezza che  il cammino terreno  è solo un sogno, perché la vita vera è quella  che inizia  dopo l’abbandono del corpo:

“…ora il sogno è finito. / Come un angelo caduto / mi affanno a risalire / i sentieri della luce…”

(Rosalba Satta)

 

Tonino Ruiu , paesaggio sardo , 1998

Tonino Ruiu
Paesaggio sardo, 1998

 

 

 

Tonino Ruju: profumi e venti di Barbagia

Walter Abrami

 

Come poter dimenticare il primo quadro visto di Tonino Ruju?

Fu il mio primo giorno d’insegnamento a scuola: suo fratello Salvatore, preside di un istituto, retto gentiluomo mi convocò nel suo ufficio per conoscermi e raccomandarmi passione e dirittura morale nell’esercizio della mia professione. Immaginate un giovane neo laureato al cospetto di un individuo elegante, ricco d’esperienza, autorevole e all’apparenza severo…

In quell’ambiente austero (anche il mobilio imponente e scuro contribuiva a mettere in soggezione) fui colpito prima dalle sue parole poi, improvvisamente da un dipinto piuttosto grande appeso sulla parete alle sue spalle.

Un certo disagio ma anche l’abitudine ad osservare spinse il mio sguardo su quella tela…

Provai una piacevole sensazione di serenità immediata: in quell’opera, la veduta di una piazza di Nuoro in una giornata piovosa, l’artista era riuscito a fermare il tempo e aveva compenetrato il soggetto riuscendo a trasmettere pienamente all’osservatore il proprio stato d’animo.

Pensai che la mia emozione fosse determinata dal fatto che ero da poco ritornato dalla Sardegna dove avevo incontrato gente cordiale e ammirato paesaggi purissimi ed incontaminati come quello che ora mi stava difronte.

Quella persuasiva, delicata, lirica rappresentazione di 70x100 centimetri di Tonino è ancor più viva ora che so, con gran tristezza, della scomparsa dell’artista.

Molti dipinti di Ruju sono nati dall’intensa commozione e dall’amore profondo che egli rivolgeva ai modesti borghi della sua città: li sapeva interpretare non solo da pittore, ma da poeta perché in fondo lo era veramente.

Il suo arcobaleno di sensibilità era altissimo.

La piazza di Nuoro che aveva fermato la sua attenzione, era modulata su vaporosi grigi che, stesi con magistrale perizia, si amalgamavano ad altri colori tenui nella raffinatezza delle campiture, dei toni; la tavolozza era povera solo all’apparenza: i color erano filtrati dal sentimento. Una data, un grumo pallido accanto al rosso fulgido della firma, testimoniava che l’opera era del 1955.

C’era anche un’aria di malinconia in quelle stesure… Tonino era, più di altri, disposto a capire i valori dell’atmosfera, le tradizioni, la religiosità.

Spesso nei suoi paesaggi c’è qualcosa di sospeso e di fuggente per certi aspetti indefinibile: quasi un’onda lieve che pian piano si rafforza, un’ineffabile eco lontana.

L’uomo ha fatto dell’arte la sua vita e ne ha subito il destino. Ha donato bellezza propria.

Caratteristica comune a tutta la sua pittura se andiamo a ripercorrere cronologicamente un iter di mezzo secolo e oltre nel quale Ruju, artista dalla salda formazione professionale ha affrontato con lo stesso severo impegno motivi diversi ugualmente sentiti: ritratti di familiari, di amici, autoritratti (si pensi a quelli giovanili eseguiti nell’adolescenza), nature morte e arte sacra.

Risalgono al 1930 le sue prime opere. Egli fu notato da Sebastiano Dessanai (Bastianu come lui lo ricordava) che dopo un breve tirocinio ne aveva pronosticato un fortunato persorso artistico. Tra le prime opere Cesto di fichi d’India e Sa mastra Ruju, ritratti di familiari, ma anche un primo timido approccio alla poesia..

Ne scrisse numerose (che tenne segrete a lungo e che sono state pubblicate solo in anni recenti).

In Nonna Romagna così descrive l’anziana: "Nonna, c’era un profumo d’olio/ nei tuoi capelli grigi/E se dimessa piangevi/per i tuoi figli perduti/nella bufera dei giorni/la luce del mio cielo/scioglieva d’incanto/la tua nebbia autunnale. (…) Nonna/il tuo sorriso bianco/rischiara ancora la mia notte…"

Un cammino, quello di Tonino, iniziato tra le tante difficoltà familiari e i tempi duri sopraggiunti con la guerra. Allora egli dipingeva su materiali poveri come la masonite, i cartoni, il compensato.

Ottenne il diploma presso il liceo artistico di Roma e poi si perfezionò all’Accademia della capitale diretta da Carlo. Siviero. Delle sue tappe mature si farà cenno più avanti.

Al suo ritorno a Nuoro, l’attività del pittore si è sempre alternata tra la sua principale passione e l’insegnamento del disegno nelle scuole locali. Aperse una galleria d’arte in città e sostenne con entusiasmo giovani promettenti. In una nostra conversazione il filo della sua memoria lo portò a ricordare Pietro Collu di Cuglieri che stimò molto, Giovanni Ciusa di Romagna e anche Antonio Ballero che vide con i pennelli in mano prima del 1932.

Tra i tanti riconoscimenti ora è momento di segnalare alcuni perché l’amico scomparso, (dirò di seguito come lo conobbi) con la sua abituale modestia mi avrebbe apostrofato con un lascia perdere i dettagli!

Il suo debutto in una rassegna nazionale avvenne nel 1941; proprio in quell’anno così scriveva nelle pagine di Selva Ardengo Soffici:"L’Arte comincia dove l’imitazione della natura è regolata dalla fantasia, dal sentimento poetico e volta all’espressione e alla bellezza mediante lo stile."

Nel 1948 Ruju vinse il primo premio nazionale Città di Bologna e qualche anno dopo il primo premio Città di Olbia dove ricevette l’ambito riconoscimento dalle mani di Pietro Annigoni.

Gli anni Sessanta segnarono una stagione importante della sua carriera: Ruju si afferma a poco a poco. Presentò dipinti al Palazzo delle Esposizioni di Roma, a Francavilla a Mare, a Reggio Emilia e in varie città della sua isola.

Dipinse con maggior vigoria e determinazione: a Cinisello Balsamo fu premiato alla presenza dei maggiori artisti italiani. Nel decennio espose in varie località nazionali vincendo la medaglia d’oro al Concorso PremioValvassina a Como e alla Mostra Nazionale di Alessandria.

Negli anni Sessanta, come osserva Fois, il pittore ruppe con la tradizione di una Sardegna arcaica ammirandone da una parte l’entusiasmo per gli aspetti della sua terra, e dall’altra il colore sentito da neo-fauve.

Nel linguaggio di Ruju prevalgono temi e tagli compositivi fattoriani.

Così come il Fattori, egli non rinunciò mai al fascino del vero: ma mentre il pittore livornese si avvalse del disegno preparatorio, Ruju talvolta lo escluse prediligendo l’abbozzo dagli incerti contorni e macchie cariche d’effetto. Macchie vivacissime di colori densi, stratificati, spesso violenti che descrivono atmosfere vissute con passione.

Il respiro artistico non fu quello di un isolano: mandò varie tele all’estero e tra le sue fortunate tournee si devono almeno ricordare quella al Seymour Theatre dell’University di Sydney organizzata dalla Regione Autonoma della Sardegna e quella alla Medyson Gallery di Toronto con Antonio Corriga. Questi, più recentemente, con l’incarico di direttore artistico, ha realizzato l’importante progetto di allestire il Museo d’Arte Moderna di Atzara che è intitolato ad Antonio Ortis Echague pittore spagnolo che grazie ad una borsa di studio dell’Accademia spagnola di Roma soggiornò ad Atzara nei primi anni del secolo scorso.

Il museo offre oggi ai visitatori un quadro sufficientemente completo della pittura sarda del 1900 e comprende opere di Ruju, di Antonio Ballero, Vittorio Calvi, Bernardo De Quiros, Mario Delitala, Giuseppe Dessì, Filippo Figari, Gino Frogheri e diversi altri artisti.

Nel febbraio dello scorso anno Tonino è stato premiato per meriti artistici a Galtellì nel corso dei festeggiamenti in onore di Santa Maria e’Turre.

Leandro Muoni che ha curato il pregevole volume dedicato all’artista e intitolato Antonio Ruju. Una vita per l’Arte così scrive: "Chi ha avuto in sorte, non dico di nascere, ma anche solo di trascorrere l’infanzia e l’adolescenza a Nuoro, è segnato a vita da questo lembo di mondo. Dal suo ambiente umano e culturale. Dal suo paesaggio fisico ed interiore. Dalla sua anima e dalla sua ombra. Chiunque sia salito sulla cima del monte Ortobene, la montagna sacra simbolo del nuorese e abbia allargato lo sguardo all’orizzonte fra le poderose chiostre dei monti di Oliena e Dorgali, il Supramonte di Orgosolo, monte Spada, monte Gonare, l’altopiano di Macomer, i monti Lula e il vaporoso miraggio del mare, non dimenticherà mai più una simile veduta. Buona parte della semantica poetica degli artisti nuoresi sta iscritta lì, entro quello straordinario giro d’orizzonte, dove la solennità degli spazi si accoppia alla nostalgia dell’infinito e alla malinconia di un impossibile paradiso terrestre.

E’ un territorio di boschi misti dove assieme al leccio troviamo il corbezzolo, il ginepro rosso, i cisti e nei settori più bassi man mano che si procede verso valle la quercia da sughero, l’olivastro, il lentisco e numerose specie d’orchideee spontanee.

Come descrivere le incomparabili fioriture di mandorleti a gennaio e febbraio e i campi di papaveri?

Di questa terra il barbaricino Ruju ha esplorato ogni angolo. Quando lo incontrai a Nuoro dove mi ero spinto per conoscerlo, mi accolse con gran simpatia e una disponibilità quasi disarmante. Andavamo spesso a fare una passeggiata o prendere una bibita in qualche bar di Corso Garibaldi poco distante dalla sua abitazione. Nello studio, la soffitta di via Cavour, con i quadri non ancora finiti addossati alle pareti e con la luce che penetrava da finestrelle quasi all’altezza del pavimento, Ruju si isolava e lavorava con costanza e determinazione; c’erano macchie di colore ovunque è lì l’uomo cancellava le proprie ansie. So che nell’ultimo periodo pur sfibrato nel fisico, lavorava ad una Processione.

Nel periodo che rimasi in Barbagia mi fece vedere da lontano una proprietà sul sentiero dell’Ortobene che era stata per lungo tempo il suo punto di osservazione e di partenza con i pennelli e tavolozza.

Mi raccontò che in quel momento non poteva più andarci, mi parlò di qualche botto minaccioso, di qualche sequestro di persona, di qualche piccolo attentato o avvertimento subito dalla sua famiglia.

Lo fece con mesto sarcasmo e con il sorriso sulle labbra e fu più vago del fratello Salvatore che che scrisse e pubblicò Sequestro di un’anima un libro pericoloso per l’autore in Sardegna per i contenuti troppo veritieri.

Del resto ricordo che durante una cena in cui eravamo assieme in un ristorante del centro città durante una partita di calcio del mondiale, alla doppietta del mitico divin codino Baggio seguirono tanti spari d’arma da fuoco in strada da non poter uscire se non dopo i festeggiamenti per la qualificazione dell’Italia.

La Barbagia era anche questa e Tonino l’amava proprio perché ne conosceva fin anche gli equilibri delicati.

Per un po’ l’ho vissuta con lui e mi è rimasta nell’animo.

Ruju era amico di tutti: aveva un sorriso aperto, cordiale. A contatto con gli altri era a suo agio anche quando dipingeva plein-air. Per lui non esistevano buoni o cattivi in quanto diplomaticamente, se era necessario, trovava una giustificazione a tutti.

Tornai da lui tempo dopo con una vespa: la Sardegna è profumo come m’insegnò.

Passai a casa sua prima di recarmi nella piana di Sanluri per rivedere in un deposito A.C.I. la carcassa della mia automobile cannibalizzata.

In quell’occasione mi regalò un piccolo dipinto che conservo con piacere. Nel suo studio vidi le opere più recenti che mi piacquero numerose.

Si affaticò per anni con i pennelli, ma mai si stancò di rifare i medesimi motivi paesaggisti variandoli o re-inventandoli ogni volta come fosse la prima.

In essi vi lasciò impressa una sofferenza sottile, circonfusa e gentile che permea tutti i suoi dipinti e che si esprime in una sorta di lirica contabilità delle linee e del colore.

I quadri hanno una struttura salda quasi perpetuata.

Gli oli luminosi eseguiti ad Oliena e a Mamoiada osservando il lavoro dei contadini nella Valle del Cedrino, le cascate di verde in tutte le sue varietà in quella di Baddemanna, le case di Lollove e Olzai ci raccontano di un’isola e della sua gente.

Dipinse marine e tanti angoli di costa mediterranea dove si stemperano armonie cromatiche di azzurri intensi e di verdi trasparenze smeraldine. E nature morte con fiori coloratissimi che si fanno ammirare per la particolare lucentezza. Talvolta le sue tinte sono pastose. Numerosi sono i dipinti con figure in posa austera e con giovinette dai delicati volti incorniciati dai veli dei caratteristici costumi tradizionali.

La pittura di Ruju nasce dal silenzio e al silenzio si piega anche quando il pittore usa colori violenti in libere stesure di gialli zafferano, di cadmi chiari, di terre bruciate, di verdi o blu; colori di cui parlano le stagioni.

E se la sua prima maniera fa giungere spontaneo il richiamo ai coloristi primitivi o a certa pittura di Borlotti, nel corso della sua formazione ha trovato equilibri di sintesi pittorica in uno stile coerente e personale. La sua continua volontà di migliorare e di confrontarsi con altri colleghi è sempre stata animata dal suo fervore giovanile. Il paesaggio dipinto è evocato interiormente. Materia e memoria si combinano felicemente in molti dipinti sicché c’è organicità ed astrazione. Osserva Muoni che questo accoppiamento di opposti è realizzato da Tonino mediante un uso quasi astratto del colore che non annulla però le sue caratteristiche naturali, a cui spetta la funzione emotiva-espressiva; e pure mediante una composizione e un tratto dalla vaga impronta geometrizzante, ai quali è demandato il compito della forma.

Forma e colore sono inscindibili nelle sue tele: l’uno si attua e si rispecchia nell’altra.

Naturalismo e lirismo si combinano così nella sua tavolozza ed egli è un interprete sensibilissimo di atmosfere poetiche di certi paesaggi dell’anima sattiani e deleddiani. Sono tra i soggetti di Tonino la Chiesetta della Solitudine tanto cara a Grazia Deledda che fu lì sepolta, come la casa del Premio Nobel con il suo giardino segreto ed intatto e gli scorci che si allargano improvvisamente, a ventaglio, alla fine di stradine incastonate tra muri rassicuranti e color del tempo. E tutt’intorno ad essi la spiritualità, la religiosità, l’incanto di un artista capace di dare voce e sussurri al vento, alle onde, ai misteri del mare, al calpestio dei vicoli assolati, allo stormire delle foglie, all’alito di lucenti primavere che rasserenano.

Rosalba Satta che gli fu più vicina di numerosi artisti ed intellettuali italiani, gli dedicò alcune poesie che desideriamo ricordare anche perché contengono versi nascosti di Ruju. Lasciamo intuirli ai lettori.

A un maestro

Là/dove la linea nasce/e s’imbeve di forma e di colore/..ci sei tu/che accarezzi bagliori teneri/di tramonti da favola/e di ginestre in fiore./Là/dove nasce il sapore/e lo stupore di sguardi tersi/…ci sono le tue mani/che frugano/tra gli anfratti dell’anima./E dove l’ombra/si sposa con la luce e si confonde/si sente/- e il tuo tepore accarezza il cuore-/il battito del tempo./Si avverte il richiamo del vento/tra il respiro del verde/e l’ubriaco incedere di foglie/che vanno incontro all’arsura dell’ignoto./

Così ti vedo e là/

E là/nelle tue tele/ che il respiro del cielo/prende per mano il cuore./E’ là/la purezza del volo,/la grande tenerezza/delle case di ieri,/e i sentieri del bosco,/e il rosso dell’autunno,/i tramonti,/ed il mare,/e il vento palpitante,/e l’azzurra bellezza,/del paesaggio solare…/E’ là/il lentischio/ed il mirto/e i cardi e il fieno giallo…/E’ là la luna./E la tua luna di fonte/…amica della vita/eterna ispiratrice di purezza./E tutt’intorno/si muove la poesia…/I tuoi versi ribelli:/l’ansia selvaggia/delle tue illusioni,/le tue rocce spogliate,/la chioma sciolta/della tua fontana./la tua magia è il canto/sommesso e lieve/d’ansie antiche/di fontane assetate/di piogge di silenzio/ di esplosioni di sole.

Adesso che sei luce

Avevi nelle mani la poesia/ e nello sguardo angoli di cielo./Davi senso alla vita/colorando di sogno le tue tele/e di tepore i versi/fatti di gesti semplici,/vissuti./Hai ridato vigore/e tenerezza/Col respiro dell’anima./Col cuore./Hai asciugato il suo pianto./Hai ridato vigore/e tenerezza/ai tuoi prati/ di nuvole/impazziti di sole./Hai dato gioia all’arte./Hai seminato amore./Adesso che sei luce/e sei colore/e sei poesia perfetta,/il battito del cielo/odoroso di timo e di ginestre/ci parla del tuo cuore/imbevuto d’azzurro/...zeppo di stelle/e gonfio di carezze./

Dopo la scomparsa dell’artista spentosi a ottantatre anni dopo una lunga malattia nell’ospedale di San Francesco di Nuoro, la poetessa ha scritto: "Provo sempre un sentimento di ammirazione misto a sgomento nei confronti di coloro che, perdendo una persona cara, riesono a trovare le parole per l’ultimo abbraccio terreno. Io non ne sono mai stata capace, probabilmente perché il senso di angoscia e di stupore che annichilisce chi rimane, rende spesso muti, attoniti. Se oggi faccio violenza al mio istintivo bisogno di silenzio è perché il debito di riconoscenza che ho nei confronti dell’amico Tonino, è davvero grande. Insomma, glielo devo. Devo riuscire a dirgli pubblicamente grazie. Grazie.. perchè è stato capace di aggiungere colore alla mia vita. E alla vita di coloro che hanno avuto occasione di godere della sua amicizia."

Le sue parole hanno anticipato le nostre!

 

 

 

 

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