Calda estate di fuoco

 

Il violino tace

abbandonato

nell’angolo più buio della stanza.

E tace anche l’aria

in quest’assurda estate di fuoco.

Arsura…

Afa…

Respiro che fugge

…e fugge

e corre via

anche la poesia

aspirata e seviziata

in un vortice di fumo acre

pungente.

E rimane lo scheletro

mucchio di rottami anonimi

di sentimenti sepolti

di freschezze perdute

di innocenze scomparse…

E’ il distacco.

Il cordone ombelicale spezzato.

E’ la rottura

e sento la frattura

da un mondo che rifiuto

che non amo.

Voglio andare lontano

distante dalla bieca ipocrisia

e dalla cieca follia

che vedo …e non comprendo.